“Nient’altro che la verità”, il nuovo libro di Michele Santoro che sarà in libreria da giovedì 29 aprile editore Marsilio.
L’ovvio non appartiene a Michele Santoro. Come non gli appartiene quel conformismo dell’informazione che, secondo lui, è il male più grave che affligge la categoria dei giornalisti. L’ultimo sul libro sembra quasi essere una conferma di tutto ciò. Ancora una volta, come nelle sue trasmissioni televisive, sembra andare in direzione “ostinata e contraria” per dire e far dire cose che altri non hanno il coraggio di dire e far dire.
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“Nient’altro che la verità” è il resoconto di un incontro con uomo chiamato Maurizio Avola. Il suo nome non è famoso come quello di Tommaso Buscetta, ma è comunque una tessera preziosa e terribile in quel mostruoso mosaico chiamato Mafia. Maurizio Avola è un killer, inoltre ha la rara caratteristica di essere preciso, silenzioso, obbediente. Un concentrato di doti assai apprezzate nell’ambiente mafioso.
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“Non so bene perché ho deciso di incontrare uno che ha ucciso ottanta persone. Guardo Avola e ho la sensazione di trovarmi davanti uno specchio nel quale comincio a riconoscere tratti che sono anche i miei. Inizio a seguirlo in un labirinto di ricordi”, scrive Michele Santoro. Sono pagine in cui si raccontano, tra le altre cose e in maniera inedita, gli anni delle stragi mafiose del 1992. La strage di Capaci dove trovò la morte il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesco Morvillo e gli uomini della sua scorta.
“Sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino, prima di dare il segnale per fare quella maledetta esplosione”. Parole che gelano il sangue quelle pronunciate da Maurizio Avola. Era il 19 luglio 1992 quando una Fiat 126 imbottita di esplosivo saltò in aria. Il magistrato Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta non ebbero scampo. Attraverso le parole del killer si possono ricostruire gli ultimi decenni della nostra storia, guardandoli, però, con gli occhi dei mafiosi.
In questo dialogo così intenso e crudele, Avola sembra voler consegnare nelle mani di Michele Santoro tanti pezzi di verità nascoste, di legami tanto spesso sospettati, ma che mai sono stati provati. I rapporti tra Stato e Mafia, tra potere e politica, i servizi deviati, interessi privati che si sovrapponevano, fino a schiacciarli, ai doveri istituzionali. Ancora una volta Michele Santoro non ci offre l’ovvio, ma un momento di profonda riflessione riguardo un periodo tragico della nostra storia recente.
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