Adesso a preoccupare è la variante indiana del Covid. Tuttavia Franco Locatelli ha rassicurato: “Non ci sono dati sulla possibilità che resista ai vaccini”
Dopo l’Italia, a Firenze, il 10 marzo scorso, anche in Svizzera, secondo quanto comunicato dall’Ufficio Federale della Sanità, è stato accertato un primo caso, un passeggero in transito in un aeroporto elvetico, della temibile variante indiana del Covid-19 che nel sub-continente indiano ha mietuto quasi 200 mila vittime e contagiato quasi un milione di persone in tre giorni. La notizia, che conferma la circolazione in Europa della variante indiana arriva, tre giorni dopo che in Belgio 20 studenti indiani, specializzandi in infermieristica, sono risultati contagiati dallo stesso ceppo virale: il gruppo è sbarcato all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi il 12 aprile dove si sono sottoposti al test rapido (risultato negativo) e poi si sono trasferiti nelle città belghe di Aalst e Leuven dove hanno iniziato ad accusare i primi sintomi; motivo per quale molti Paesi hanno chiuso le frontiere con l’India sospendendo temporaneamente i collegamenti aerei.
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Analogo provvedimento è stato adottato anche dal nostro Paese: “Ho firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. I residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena”, così il Ministro della Salute Roberto Speranza. Tuttavia, “per ora non ci sono dati sulla possibilità che la variante indiana resista ai vaccini“, ha rassicurato il coordinatore del Comitato Tecnico-scientifico, nonché Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, intervenuto ieri alla trasmissione “Mezz’ora in più”, su Rai 3, condotta da Lucia Annunziata. “Bloccare gli arrivi dall’India è una misura cautelare”, ha precisato. Infine, a proposito dello spinoso dossier del coprifuoco: “La scelta verte sulla gradualità. Se ci saranno dati positivi, nessuno ha il sadismo di mantenere le restrizioni. A metà maggio si vedrà l’impatto delle riaperture”.
Nelle ultime 24 ore nel nostro Paese sono 13.158 i nuovi positivi al Covid, contro i 13.817 della precedente rilevazione, e 217 i morti, a fronte dei 322 del giorno precedente, su 239.482 test eseguiti, con il tasso di positività che sale al 5.5%. 114 i nuovi ingressi in terapia intensiva per le complicazioni dovute al Covid, 32 in meno rispetto a ieri.
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Intanto, uno studio dell’Università di Oxford ha accertato che una dose di vaccino AstraZeneca o Pfizer riduce il rischio di contagio da Covid di quasi due terzi. Analizzando i risultati dei test del Covid di oltre 350.000 persone nel Regno Unito tra dicembre e aprile, i ricercatori hanno infatti scoperto che 21 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino, tempo necessario per stimolare la reazione del sistema immunitario, le infezioni da coronavirus sono diminuite del 65%.
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