La quindicenne Elisa Claps è stata uccisa 12 settembre 1993, a Potenza, dall’allora ventunenne Danilo Restivo. Il suo corpo è rimasto nascosto per 17 anni nella soffitta della Chiesa della Santissima Trinità.
La quindicenne Elisa Claps è stata uccisa 12 settembre 1993, a Potenza, dall’allora ventunenne Danilo Restivo. Il suo corpo è rimasto nascosto per 17 anni nella soffitta della Chiesa della Santissima Trinità, il 17 marzo del 2010, mentre Restivo, a piede libero, in cui fu giudicato colpevole anche dell’uccisione, compiuta nel 2002 in territorio britannico, di una vicina di casa, Heather Barnett.
Sul caso Claps, coperto dal segreto di Stato, si addensano ombre che coinvolgono la Chiesa, il SISDE e la magistratura.
Elisa era una ragazza allegra, perbene, ingenua. Frequentava il primo anno del liceo classico, le amiche e la chiesa, quella della Santissima Trinità di Potenza, dove lasciavano le loro offerte e il loro fardello di segreti operai, casalinghe e notabili della città. Quindici anni, capelli castani e un corpo morbido e robusto che mal si addiceva a quella indole pura di bambina cresciuta, guardava il mondo da dietro i suoi occhiali ovali e il suo grande sorriso. Non diffidava mai di nessuno, neanche dei ragazzi più grandi perché, era timida e le veniva difficile uscire con i suoi coetanei. Non diffidava di Danilo Restivo, un ragazzo goffo, impacciato che ad alcuni faceva paura, che la corteggiava da un anno, senza successo.
La mattina di domenica 12 settembre 1993 Elisa esce di casa per recarsi a una funzione religiosa nella vicina chiesa insieme ad un’amica, promettendo al fratello maggiore, Gildo (ex campione regionale di nuoto), di rientrare entro le 13 per raggiungere insieme la famiglia nella casa di campagna dei Claps, a Tito, e pranzare tutti insieme; invece di lei si perderà ogni traccia.
Secondo le testimonianze, la giovane aveva in realtà concordato con l’amica in questione di recarsi presso la chiesa della Santissima Trinità, sita nel centro di Potenza, per incontrare un amico che doveva consegnarle un regalo per festeggiare la promozione agli esami di riparazione. Fu scoperto in seguito che la persona incontrata da Elisa è Danilo Restivo, che risulterà anche essere l’ultimo ad aver visto la ragazza: il giovane viene sospettato dagli inquirenti di avere un ruolo importante nella scomparsa della ragazza per l’incapacità di ricostruire i suoi spostamenti dopo l’incontro.
Infatti alcune ore dopo la sparizione di Elisa, Restivo si presenta con gli abiti insanguinati al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino per farsi medicare un taglio alla mano, raccontando ai medici d’essersi fatto male in seguito ad una caduta nel cantiere delle scale mobili vicino alla chiesa della Santissima Trinità. La ferita, tuttavia, sembra essere provocata da una lama. I vestiti che il giovane indossava quella domenica appaiono vistosamente insanguinati, ma non vengono sequestrati immediatamente, e lo stesso si rende irreperibile per i due giorni successivi con la scusa di dover sostenere un esame universitario a Napoli. Restivo afferma di aver parlato con Elisa per qualche minuto, chiedendole consiglio su come comportarsi con una comune amica della quale s’era innamorato, e che, inoltre, Elisa gli avrebbe confidato d’avere paura a causa di un individuo che l’aveva importunata mentre stava entrando in chiesa; dopodiché, secondo il racconto di Restivo, la ragazza si sarebbe allontanata mentre lui s’era trattenuto a pregare.
Il giovane Restivo è noto per l’abitudine di importunare le ragazze delle quali si invaghisce e alle quali spesso fa telefonate mute seguite dalla colonna sonora del film Profondo rosso o dalla nota melodia Per Elisa di Ludwig van Beethoven. Un’altra abitudine decisamente insolita di Restivo è quella di tagliare di nascosto ciocche di capelli a giovani donne con un paio di forbici che porta sempre con sé. Alcune amiche di Elisa dichiararono che Restivo aveva tentato di corteggiarla senza successo e che era abitudine del giovane cercare di ottenere appuntamenti dalle ragazze da cui era attratto con la scusa di offrire piccoli doni, diventando poi aggressivo e violento quando le ragazze che gli interessavano rifiutavano i suoi approcci.
Quando apprende che la giovane aveva avuto un appuntamento con Restivo, la madre di Elisa focalizza la sua attenzione contro il ragazzo, dichiarando che, con ogni probabilità, Danilo ha ucciso Elisa e ne ha occultato il corpo. La donna perciò chiede ripetutamente agli inquirenti d’indagare a fondo su Restivo, ma senza esito, fino a quando, quasi diciassette anni dopo, i resti della giovane vengono ritrovati nel sottotetto della chiesa dove Elisa s’era incontrata con Restivo e dentro la quale i familiari di Elisa avevano chiesto fin dall’inizio d’effettuare un’accurata perquisizione.
Il 17 marzo 2010, i resti di Elisa Claps vengono ritrovati occultati in fondo al sottotetto della chiesa potentina della Santissima Trinità (la stessa dove Elisa si era recata il giorno della scomparsa), sembrerebbe scoperti per caso da alcuni operai durante lavori di ristrutturazione per infiltrazioni d’acqua; oltre ai resti umani, vengono trovati anche un orologio, gli occhiali, gli orecchini, i sandali e quel che resta dei vestiti della giovane. Il reggiseno appare tagliato ed i jeans sono aperti, suggerendo che la ragazza abbia subito un’aggressione a sfondo sessuale prima di essere uccisa.
Il ritrovamento verrà giudicato dai familiari una messa in scena, ritenendo loro che fosse avvenuto in precedenza e che fosse stato tenuto nascosto dal parroco della chiesa, don Mimì Sabia: la madre di Elisa ha dichiarato di sospettare del religioso, poi deceduto, perché non le avrebbe mai permesso di «vedere l’interno della chiesa», e il fratello della scomparsa ha chiesto al vescovo di Potenza di «dire finalmente la verità su quanto accaduto».
Particolare scalpore è derivato anche dal fatto che, appurata la circostanza del ritrovamento del cadavere da parte del viceparroco alcuni mesi prima della sua segnalazione, questi abbia affermato di aver taciuto il fatto poiché «quel giorno il nostro Arcivescovo era impegnato in un convegno, riprovai al telefono senza dire di cosa si trattasse ma non riuscii a mettermi in contatto. Decisi così che gli avrei parlato l’indomani. Ma la cosa poi mi scivolò di mente.»
Il 19 maggio 2010, Danilo Restivo, già coinvolto a suo tempo nel caso sulla sparizione di Elisa Claps e successivamente trasferitosi in Inghilterra, a Bournemouth, nel Dorset, viene fermato dalla Polizia del Dorset, con l’accusa di omicidio volontario con riferimento al brutale assassinio del 2002 ai danni dell’allora sua vicina di casa, la sarta Heather Barnett. Da tempo era tenuto sotto controllo e pedinato dalla polizia locale, che lo aveva anche ripreso mentre in una zona boschiva – armato di uno stiletto – pedinava con atteggiamento sospetto donne inglesi.
Il 30 giugno 2011 Danilo Restivo viene condannato all’ergastolo dalla Crown Court (tribunale) di Winchester per l’assassinio di Heather Barnett.
Alla data del 28 maggio 2010 i risultati dell’autopsia sui resti del corpo di Elisa Claps sono ancora secretati. Gli inquirenti hanno comunque comunicato che Elisa Claps è stata uccisa con 13 colpi di un’arma da taglio e a punta.
L’8 novembre 2011, presso il Tribunale di Salerno, ha inizio il processo di primo grado a Danilo Restivo, con rito abbreviato. L’11 novembre 2011 Restivo viene condannato a 30 anni di carcere, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni a fine pena, oltre al versamento di € 700.000 alla famiglia Claps a titolo di risarcimento.
Il 23 ottobre 2014 la Corte di Cassazione conferma in via definitiva la condanna a 30 anni inflitta nei confronti di Restivo nei precedenti gradi di giudizio.
Inizia questa sera alle ore 21:25, sul canale Nove, il documentario in prima tv “Cercando Elisa – Il delitto Claps”. Il documentario, diretto da Nicola Prosatore che racconta l’incredibile storia di Elisa Claps.
Il documentario si occupa dei retroscena e delle zone d’ombra di uno dei delitti irrisolti più celebri degli ultimi decenni.
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