Giudice di pace annulla la sanzione irrogata per violazione del coprifuoco. “Misura incostituzionale, limita le libertà personali”
Marco Dialuce, studente al secondo anno di giurisprudenza, ha davanti a sé una carriera da principe del foro: infatti, non ancora laureato e quindi abilitato all’esercizio della professione legale, ha inoltrato il ricorso, per conto di un amico, sanzionato per aver violato il coprifuoco per andare a trovare la fidanzata, al giudice di pace che lo ha accolto annullando la sanzione di 573 euro (373 in caso di pagamento entro cinque giorni) comminata al ricorrente e condannando la Prefettura di Macerata, in qualità di rappresentante del governo, al pagamento delle spese processuali.
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Giudice di pace annulla sanzione per violazione del coprifuoco. “Non esistono deroghe ai principi costituzionali”
“Non esistono deroghe ai principi costituzionali se non in caso di guerra – ha precisato – e anche l’emanazione dello stato di emergenza è illegittima perché il governo non ha ricevuto neppure una legge delega dal Parlamento che gli conferisca i poteri necessari per incidere su diritti costituzionalmente garantiti. Lo sta facendo appellandosi al decreto legislativo 1 del 2018 che però si occupa dell’organizzazione materiale e logistica per fare fronte a emergenze calamitose, come il terremoto e non conferisce in nessun modo allo Stato poteri pieni sui cittadini”.
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Per Dialuce, quindi, lo Stato per ragioni di sicurezza e di salute pubblica potrebbe solo limitare la libertà di circolazione ma non certo comprimerla del tutto: infatti, alla luce della sentenza nr. 68 del 1964 della Corte Costituzionale, “la libertà di circolazione riguarda i limiti di accesso a determinati luoghi ma mai può comportare un obbligo di permanenza domiciliare“.