Il Recovery fund ritorna al centro del dibattito politico e fa il suo ingresso in Consiglio dei ministri: l’obiettivo di Mario Draghi è il Piano nazionale di ripresa e resilienza da 221,5 miliardi, di questi 191,5 relativi al Recovery fund. Rimangono ancora alcuni punti in sospeso da sciogliere nel breve periodo.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe provocare una crescita di 3 punti di Pil nel 2026 e come riporta l’Ansa, secondo alcune stime, in primo piano quella inviata dal ministero dell’economia agli altri membri del Consiglio servirebbe a “riparare i danni della pandemia” ma anche a compensare “debolezze strutturali”. Sul piano 135 linee di investimento – i partiti però chiedono chiarezza, soprattutto su alcuni punti: il Pd gradirebbe chiarimenti sulla Rete unica e il M5s chiede a gran voce il Superbonus fino al 2023, la Lega invece vuole aggiungere altri progetti.
All’ombra di una maggioranza che sembra attraversare un periodo di grande fermento con qualche turbolenza, vedasi l’astensione della Lega sul decreto aperture, i ministri dovranno sciogliere il nodo legato alla governance. Il Pd non ha accolto agilmente il comportamento della Lega all’interno della maggioranza – ma anche per il presidente del consiglio Mario Draghi lo strappo di Salvini e della Lega è stato un atto non responsabile, definito dallo stesso un “Fatto grave che fatico a comprendere”. Uno strappo che in tanti hanno accolto come una evenienza che potrebbe ripresentarsi presto.
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Il 30 aprile intanto tra i battibecchi dei partiti e una linea che non sembra ancora aver raccolto una chiara identità, L’Italia dovrà presentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza all’Unione europea. Draghi è pronto ad ascoltare le proposte dei ministri ma il Piano manterrà, come sembra ormai da qualche giorno i parametri già abbozzati senza grandi cambiamenti. Il via libera dovrebbe arrivare alla fine del secondo Consiglio dei ministri, in programma a metà della prossima settimana, come riporta l’Ansa. Lunedì e martedì il presidente del Consiglio Mario Draghi riferirà alle Camere l’informativa di rito.
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La redistribuzione dei fondi dovrebbe essere spalmata con 42,5 miliardi per la digitalizzazione; 57 miliardi per il Green (il 30% del totale); 25,3 mld alle infrastrutture; 31,9 mld per istruzione e ricerca e19,1 per inclusione e coesione. Solo 15,6 mld sarebbero destinati alla salute (a cui si aggiungerebbero altri circa 4 miliardi da altri fondi). Il Pd tramite Andrea Orlando, afferma che serve “attenzione alle clausole per l’occupazione delle donne e dei giovani, al Mezzogiorno, il potenziamento del progetto per l’autosufficienza, la garanzia sulla sicurezza per il cloud dei dati pubblici, la richiesta di chiarimento sulla strategia per la rete unica”.
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