Svolta nelle indagini sull’omicidio di Maurizio Cerrato, il 61enne ammazzato per il parcheggio: arrestati i 4 presunti assassini
Quattro persone sono state tratte in arresto, e tradotte in carcere dai Carabinieri del Nucleo operativo oplontino, che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, in quanto ritenute responsabili dell’uccisione di Maurizio Cerrato, il 61enne custode del Parco Archeologico di Pompei assassinato lo scorso lunedì a Torre Annunziata, grosso centro della cintura metropolitana di Napoli. L’uomo è stato aggredito e massacrato di botte con un compressore portatile, tuttavia è stato un fendente al torace a risultargli fatale, al culmine di una lite per motivi banali legati a un parcheggio: la figlia della vittima aveva parcheggiato l’auto in un posto occupato abusivamente con alcune sedie.
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Il tragico fatto di sangue ha avuto luogo lunedì scorso e il giorno successiva proprio la figlia della vittima, Maria Adriana, con un post su facebook, ha precisato il contesto in cui è maturato tale esecrando delitto: “Non è corretto dire che mio padre è morto in una lite. A mio padre è stato fatto un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi. Mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare”.
Le indagini lampo dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica oplontina, hanno portato all’immediata identificazione del branco e al ruolo ricoperto da ognuno dei 4 arrestati nell’efferato omicidio, avvenuto lunedì sera a Torre Annunziata: fermata e poi indagata a piede libero una donna, dietro le sbarre sono finiti Giorgio Scaramella (41 anni), Domenico Scaramella (51), Antonio Venditto (26) e Antonio Cirillo (33).
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lntanto, il deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Gallo ha inviato una lettera al Prefetto di Napoli Marco Valentini nella quale, facendosi interprete dello sgomento della comunità di Torre Annunziata in seguito all’omicidio consumatosi lo scorso 19 aprile ai danni di Maurizio Cerrato, sollecita “il ripristino della rete di videosorveglianza sul territorio“.
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