Dopo il no alla riapertura dei locali al chiuso, scende sul sentiero di guerra il movimento IoApro: “Riapriremo il 26 aprile e no al coprifuoco”
Il Premier Mario Draghi non cede al pressing della Lega e nel corso del summit con i rappresentanti delle Regioni avrebbe confermato la linea della prudenza: secondo le indiscrezioni trapelate sulla bozza del decreto che regolamenterà le riaperture e ne fisserà il calendario, e che dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri oggi, dal 26 aprile riapriranno in zona gialla i ristoranti, a pranzo e a cena, ma solo quelli che dispongono di spazi all’aperto.
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Dall’1° giugno alzeranno le saracinesche anche i locali al chiuso ma solo a pranzo, mentre è stato confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5. “Certificato verde” per gli spostamenti tra Regioni, valido 6 mesi per vaccinati o guariti dal Covid. Dal 26 aprile, in zona gialla riapriranno cinema e teatri con capienza al 50%. Capitolo scuole superiori: in zona gialla e arancione studenti in presenza dal 60 al 100%, in zona rossa dal 50 al 75%. Provvedimenti che non vanno nella direzione auspicata dal movimento che raggruppa partite iva, ristoratori e commercianti “IoApro” che per tale motivo ha annunciato la riapertura degli esercizi commerciali dal 26 aprile in barba al coprifuoco e senza il possesso del pass vaccinale da parte degli avventori.
E’ stata convocata dagli aderenti al movimento IoApro una conferenza stampa per oggi alle 18 proprio per illustrare le motivazioni alla base di una decisione che ha tutta l’aria di essere una dichiarazione di guerra al governo: dunque, i ristoratori e gli esercenti proseguono nella loro mobilitazione per fronteggiare la crisi nella quale sono piombati in seguito alle chiusure disposte in funzione di contrasto al Covid ribadendo la loro netta contrarietà, tra l’altro, al coprifuoco dalle 22 alle 5.
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Nel frattempo, considerati gli scenari epidemiologici e il sovraccarico dei servizi territoriali e ospedalieri, il Comitato Tecnico-scientifico ha dato parere favorevole alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio. Come spiegato dal portavoce del CTS, Silvio Brusaferro, tale decisione è stata adottata “per affrontare al meglio le misure di contenimento e supportare la campagna vaccinale che attualmente ha come fasce della popolazione prioritarie quelle fragili”.
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