Un 61enne, in provincia di Napoli, è stato ucciso per aver difeso la figlia che aveva spostato alcune sedie che delimitavano un parcheggio
Si può morire per aver spostato una sedia? Purtroppo sì: è quello che è successo a un 61enne di Torre Annunziata, grosso centro dell’hinterland di Napoli, che, intervenuto in difesa della figlia, è stato violentemente percosso con un compressore portatile prima di ricevere il colpo di grazia con una coltellata all’addome. La sua “colpa”, come detto, è quella di aver preso le difese della figlia che aveva avuto l’ardire, non trovando un posto per parcheggiare, di spostare alcune sedie che in determinati quartieri partenopei vengono disposte sul selciato per delimitare i confini di una porzione di suolo pubblico adibita a parcheggio di cui qualcuno arbitrariamente ne rivendica la proprietà in virtù di una malintesa interpretazione dell’istituto giuridico dell’usucapione. Dopo aver sferrato il fendente mortale, l’omicida si è dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce, perciò i carabinieri stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona per risalire alla sua identità.
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Napoli, ammazzato per aver spostate alcune sedie che delimitavano un parcheggio. “Ero la luce dei suoi occhi”
Maurizio Cerrato, questo il nome della vittima, non è dunque morto al culmine di una banale lite per un parcheggio, come in un primo momento si pensava, bensì per aver difeso la figlia. Ed è stata proprio quest’ultima, Maria Adriana, 20 anni, con un post sul proprio profilo facebook a ristabilire la verità sull’omicidio del padre: “A mio padre è stato fatto un agguato in piena regola solo per difendere me che ero la luce dei suoi occhi. Mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare. Ci tengo a precisare che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite“.
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