Covid: si attende il nuovo decreto che darà vita alle misure per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali del paese, una progressiva riapertura che si scontra con i pareri contrastanti della comunità scientifica. Sembra che Consiglio dei ministri sia atteso questo pomeriggio per esaminare il nuovo decreto legge.
Dal 26 aprile ritorneranno nello scacchiere nazionale le zone gialle, con il nuovo decreto diverse attività all’aperto riprenderanno forma, così come quasi la totalità degli studenti rientrerà nelle aule delle scuole. Aperture graduali ma il coprifuoco dovrebbe rimanere invariato e confermato per le 22, anche se il presidente del FVG e della Conferenza delle Regioni ha detto a Radio Capital di aver avanzato la proposta di proposta di posticiparlo alle 23: “Sul coprifuoco c’è un’interlocuzione con il Governo. La Conferenza delle Regioni propone, misura assolutamente responsabile, l’ampliamento di un’ora, fino alle 23, per permettere alle attività, nei limiti delle regole, di avere un minimo di respiro”. Riaprire i ristoranti al chiuso prima del primo giugno è la nostra proposta – ha affermato Fedriga – “non decidono le Regioni ma il Governo. Stiamo cercando di porci in modo costruttivo”. E sui ristoranti all’aperto continua – “è una forte limitazione, che spero nelle prossime settimane possa essere superata”. La Conferenza ha già presentato “le linee guida per la ristorazione all’interno con regole molto rigide”.
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Al momento però, come confermato dalla Cabina di regia il coprifuoco rimare confermato alle 22. Il ministro Gelmini in tal senso ha affermato che “Il coprifuoco evoca brutte cose, in tutti noi c’è la volontà di superarlo, ma ci vuole gradualità per non consentire al virus di ripartire. Abbiamo proposto le ore 22 perché abbiamo ascoltato il Cts. Il Governo è fiducioso che i comportamenti corretti ci porteranno a passare dalle 22 alle 23, poi alle 24 per poi toglierlo, ma non mi sento di dare tempi”
Sulla scuola il ministro Patuanelli ha invece dichiarato a Studio 24, su RaiNews che “Vorremo che sulla scuola si tornasse al 100%. Intendiamo porre il tema in Cdm e, come sempre, troveremo una soluzione di equilibrio. Anche se Regioni chiedono limiti per motivi di trasporti, come M5S riteniamo di dover garantire agli studenti delle Superiori per questi ultimi 100 giorni di scuola lezioni in presenza”.
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Rimane sospesa sul filo del dibattito il tema del “green pass” e sui passaggi effettuati dalla provincia autonoma di Bolzano il governo ha invitato a mantenere viva la prudenza. Rimane ancora aperto anche il nodo dei trasporti che in larga misura incide anche sul fattore scuola. Difatti riaprire le scuole significherebbe anche aumentare il flusso sui mezzi di traporto, agevolando così il rischio di trasmissione del virus se non si prenderanno le dovute precauzioni e non sarà rafforzata la cooperazione anche con gli enti locali.
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