Vaccino Johnson & Johnson, evidenzia che ci sono legami con coaguli di sangue ma i benefici sono superiore ai rischi
Il rapporto rischio-benefici è a favore del secondo. Questa frase l’avevamo già sentita quando il Prac, il comitato di sicurezza dell’Ema – l’Agenzia Europea del Farmaco – si era pronunciato sul vaccino AstraZeneca. Con la stessa formula si è espressa per il siero Janssen della Johnson & Johnson.
Possono esserci casi “molto rari” di coaguli di sangue ma non viene posta nessuna limitazione. Dalla riunione di oggi è emerso che questi dovrebbero essere inseriti nell’elenco degli effetti collaterali anche se molto poco frequenti.
Tra i casi analizzati gli otto negli Stati Uniti (su 6,8 milioni di persone che hanno ricevuto il vaccino) di coaguli gravi, di cui uno ha purtroppo portato alla morte di una donna. Tutti casi molti simili a quelli che si sono verificati in Europa con AstraZeneca.
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Vaccino Johnson & Johnson, in quali casi chiamare il medico
Il rischio maggiore è per le donne under 60 e gli effetti possono manifestarsi nelle tre settimane successiva al siero. Il Prac ha anche messo nero su bianco quali sono i sintomi che se si manifestano, si deve avvertire il medico, ossia fiato corto, gonfiore alle gambe ma anche dolore addominale e al petto. Ci sono anche sintomi neurologici come mal di testa grave e persistente o problemi alla vista che risulta offuscata. In più “minuscole macchie di sangue sotto la pelle oltre il sito di iniezione”.
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Rischi dunque potrebbero esserci come tutti i vaccini, ma nessun divieto e via libera per le iniezioni. Una notizia positiva perché consente di accelerare sui vaccini soprattutto in Europa dove il ritardo è maggiore.