Covid, le varianti preoccupano l’Italia: scatta l’indagine rapida dell’Iss

Al via una nuova indagine rapida dell’Istituto Superiore di Sanità con il fine di stimare la diffusione delle varianti Covid in Italia: in particolare sarà presa in considerazione la mutazione inglese, brasiliana e sudafricana.

covid, nuova indagine dell'iss sulla diffusione delle varianti in italia
Credit: Morris MacMatzen/Getty Images

Le diverse varianti del Covid-19 continuano ad allarmare l’Italia. Per questo motivo, con l’obiettivo di stimare nel dettaglio la loro diffusione nei territori è pronta a prendere il via un’indagine rapida coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e le Province autonome. Ad annunciarlo è una circolare del ministero della Salute firmata dal direttore generale Prevenzione, Giovanni Rezza. “Questa valutazione – si legge – prenderà in considerazione i campioni notificati il 20 aprile 2021, da analizzare tramite sequenziamento genomico”.

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La nuova indagine rapida dell’Iss sulle varianti Covid in Italia

Nel documento del ministero della Salute vengono specificate le varianti che suscitano maggiore preoccupazione, ossia quelle denominate Voc (Variant of concern). Si tratta di quella britannica (lineage B.1.1.7), brasiliana (P.1) e sudafricana (B.1.351). Parallelamente a queste però saranno prese in considerazione anche le cosiddette varianti Voi (Variant of interest), ovvero quella nuova brasiliana (P.2) e quella nigeriana (B.1.525). L’indagine rapida indentificherà “tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in Rt-Pcr, possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti”.

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Come reso noto nella circolare, i campioni saranno scelti in maniera casuale “garantendo una rappresentatività geografica e per fasce di età”. Lo studio considererà quattro macro-aree dell’Italia: “Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nord Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) e Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia)”. I dati delle Regioni e delle Province autonome saranno inviati entro il 29 aprile.

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