In Cina sono stati prodotti 970,56 milioni di tonnellate di carbone tra gennaio e marzo del 2021, numeri ancora in progressivo aumento rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2020 dall’Istat cinese.
Non si ferma e non rallenta la produzione di carbone in Cina che anzi vede progressivamente crescere la propria produzione del +16% rispetto al 2020. A spiegarlo sono i dati dell’Ufficio nazionale per la statistica di Pechino. Una domanda quella del fossile, che primeggia ancora in inverno per la ripresa delle attività industriali dopo lo stop causato dalla pandemia da Covid-19.
Si stima che la Cina abbia prodotto 970,56 milioni di tonnellate di carbone nel primo trimestre del 2021, 100 milioni di tonnellate in più rispetto alle 829,91 mln che erano state registrate nello stesso periodo del 2020. A confermarlo anche la China Coal Transportation and Distribution Association che però localizza l’aumento anche nelle 8 province costiere del paese dove l’uso quotidiano di carbone è aumentato quasi del 24% a marzo se comparato al precedente anno. Non si ferma e non rallenta la produzione di carbone in Cina che anzi vede progressivamente crescere la propria produzione del +16% rispetto al 2020.
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A spiegarlo sono i dati dell’Ufficio nazionale per la statistica di Pechino. Una domanda quella del fossile, che primeggia ancora in inverno per la ripresa delle attività industriali dopo lo stop causato dalla pandemia da Covid-19.
Si stima che la Cina abbia prodotto 970,56 milioni di tonnellate di carbone nel primo trimeste del 2021, 100 milioni di tonnellate in più rispetto alle 829,91 mln che erano state registrate nello stesso periodo del 2020. A confermarlo anche la China Coal Transportation and Distribution Association che però localizza l’aumento anche nelle 8 province costiere del paese dove l’uso quotidiano di carbone è aumentato quasi del 24% a marzo se comparato al precedente anno.
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Alcuni settori, ad esempio quello dell’acciaio vista la ripresa stanno chiedendo un maggiore rifornimento, sollecitando quindi una maggiore produzione. In Cina, diversamente dal nostro punto di vista, la ripresa stava già prendendo forma nei mesi precedenti rispetto all’inizio di questo 2021, ma dal mese di gennaio il dato sull’elevata crescita produttiva nel comparto aveva già reso chiaro l’andamento: dati che sfiorano quelli dell’anno record di produzione, il 2013, dove furono estratti 3,84 miliardi di tonnellate di carbon fossile, come riporta il sito Rinnovabili.
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Il rovescio della medaglia riporta però la Cina in una dimensione difficile da comprendere. Gli obiettivi di Pechino che si era impegnata ufficialmente a raggiungere la neutralità climatica entro e non oltre il 2060 sembrano negli ultimi mesi prendere una nuova direzione e molti esperti sono preoccupati per l’andamento sulla sostenibilità ambientale della super-potenza economica. Poche misure e tante altre scarne che non soddisfanno totalmente i requisiti per raggiungere alcuni obiettivi sulla tutela ambientale.
Come riporta Rinnovabile, citando un rapporto di TransitionZero la Cina per rientrare in pista e raggiungere i propri obiettivi dovrebbe “chiudere almeno 600 centrali a carbone entro il 2030 per dimezzare le emissioni del settore energetico”. In questo momento la direzione intrapresa da Pechino sembra invece quella opposta e la tutela rimare momentaneamente un obiettivo molto lontano.