Esasperati dall’immobilismo delle istituzioni, un gruppo di lavoratori dello spettacolo ha occupato il Globe Theatre di Roma
Il mondo dello spettacolo è in agitazione: dopo più di un anno dallo stop a causa delle misure anti-contagio da Covid ancora non c’è una data certa per la ripartenza; inoltre, a gettare altra benzina sul fuoco delle polemiche l’ok del governo alla presenza del 25% di spettatori rispetto alla capienza dello Stadio “Olimpico” di Roma durante i match degli europei di calcio Euro 2020; una disparità di trattamento che ha scatenato le vibranti proteste dei rappresentanti del mondo dello spettacolo, e non solo, mentre alcuni lavoratori, ieri mattina, sono passati dalle parole ai fatti occupando il Silvano Toti Globe Theatre, ospitato dentro Villa Borghese a Roma, e dando così il via a una giornata di confronto collettivo per mettere al centro dell’agenda politica le problematiche di un’intera categoria di professionisti messa in ginocchio dalla crisi del Covid-19 e dimenticata dalle istituzioni. Gli occupanti hanno poi appeso a un palco del Globe Theatre uno striscione con scritto “A noi gli occhi, please” che riecheggia il titolo del celebre spettacolo del compianto Gigi Proietti che ha voluto e diretto questo teatro a lungo.
LEGGI ANCHE –> Farmaci umani agli animali, arriva l’ok da parte di Speranza: i dettagli
“Non siamo qui per chiedere la riapertura dei teatri: troppi spazi piccoli e medi non riuscirebbero a riaprire in queste condizioni, troppi lavoratori continuerebbero a rimanere a casa senza reddito. La falsa ripartenza della scorsa estate ce lo ha dimostrato. Crediamo sia arrivato il momento però che uno di questi grandi teatri ri-accolga la collettività che anima e sostiene l’enorme ecosistema dei luoghi della cultura. Adesso, mentre si discute di piani di ripresa e di Recovery Fund, è il momento giusto per strutturare una continuità di reddito e un’equa redistribuzione delle risorse. Abbiamo bisogno di una riforma strutturale del settore che parta dalle necessità dei lavoratori: dobbiamo rimettere al centro la nostra sicurezza, fisica e contrattuale“: questo, come riportato dal portale artribune.com, l’appello con il quale gli occupanti chiedono non solo la riapertura ma anche e soprattutto una ristrutturazione del comparto finalizzata a regolarizzare una categoria di professionisti senza tutele e alla mercé di contratti precari: una situazione, già diffusa in epoca pre-Covid, che l’epidemia ha soltanto esacerbato.
Il Globe Theatre di Roma occupato dai lavoratori dello spettacolo. Il Ministro della Cultura Franceschini: “Ci tenevo a venire qui”
Nel pomeriggio si è recato al teatro anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini per incontrare gli occupanti: “Abbiamo cercato di intervenire con degli strumenti di urgenza, per la prima volta sono arrivati degli ammortizzatori sociali. Questo lavoro si può migliorare e continuerò ad insistere affinché ci sia un prolungamento di questi interventi”, ha spiegato il Ministro che nella stessa giornata ha risposto a un’interrogazione parlamentare presentata da Italia Viva. “Ci tenevo a venire qui. Ho apprezzato il vostro tono costruttivo e propositivo. Io non sono la controparte, ma ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni ed è quello che ho cercato di fare dall’inizio della pandemia, di questa bufera che ha travolto tante categorie e in modo particolare il mondo della cultura e dello spettacolo”.
LEGGI ANCHE –> Gallicano nel Lazio, una guardia giurata uccide la cognata: dubbi sulla dinamica
“Nel corso di questo lavoro abbiamo avuto la possibilità di censire un mondo di cui non si conoscevano i numeri. Si parlava da tempo dell’esigenza di regolarizzare i lavoratori del settore – ha precisato Franceschini – di farli uscire da un rapporto con poche protezioni sociali e questo ha consentito, così, di avere una mappa precisa dei lavoratori intermittenti. C’è una legge delega che consente di andare con uno strumento legislativo accelerato ad approvare una norma che renda permanente alcune protezioni che abbiamo introdotto nella fase di emergenza. Stiamo anche affrontando, in queste ore, il problema di coloro che hanno avuto i contributi dell’emergenza ma non hanno potuto versare la quota relativa a coprire il proprio percorso pensionistico per il 2020/2021 e stiamo cercando di capire come evitare che ci siano dei ‘vuoti previdenziali’ per quest’ultimi. È una grande operazione che stiamo facendo con il Ministero del Lavoro e lo vogliamo fare ascoltando le associazioni di categoria e tutte quelle che se ne stanno occupando e che sono sorte in questo anno e mezzo di emergenza in modo spontaneo e molto vivace. La Commissione parlamentare ha finito un’indagine conoscitiva e la renderà nota la prossima settimana e darà un quadro più chiaro in cui poter intervenire per dare non solo una garanzia dell’uscita dall’emergenza ma anche nuove prospettive per i lavoratori del settore che per troppi decenni non le hanno avute”, ha concluso il Ministro confermando l’incontro previsto con i rappresentanti di categoria per il prossimo 22 aprile insieme al Ministro del Lavoro Andrea Orlando.