Il parere degli esperti circa la possibile sospensione o limitazione della somministrazione del vaccino Jhonson & Jhonson
Al centro del dibattito internazionale in questi giorni il vaccino statunitense anti Covid-19 Jhonson & Jhonson. Il dibattito intorno al vaccino è dovuto ai casi di coaguli di sangue che si sarebbero verificati in alcuni soggetti nelle due settimane successive all’iniezione del prodotto. In questo momento è stata cautelativamente sospesa la somministrazione del vaccino e sono in corso accertamenti.
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Il parere degli esperti su Jhonson & Jhonson
Roberto Burioni, virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha commentato la sospensione della somministrazione del vaccino con questo tweet “Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca, e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali”.
Anche Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, commenta la notizia con un tweet chiedendo coordinazione “La Fda sospende in via precauzionale il vaccino J&J a causa di 6 eventi di trombosi in donne giovani. Anche Ema sta rivalutando i dati a disposizione per il vaccino J&J. Speriamo davvero che, almeno in questo caso, ci si muova tutti in maniera coordinata“.
Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di Clinica delle Malattie infettive dell’Università Cattolica di Roma, ha dichiarato ad Adnkronos Salute: ” Tutti questi vaccini sono stati testati su diverse migliaia di persone però se l’evento è raro lo si vede solo e soltanto se vaccini milioni e milioni di persone. È illusorio pensare che ci sia un vaccino o un farmaco privo di effetti collaterali. Basta leggere il bugiardino anche di farmaci di largo consumo che prendiamo con leggerezza per osservare che ci possono essere rarissime forme anche gravi di effetti collaterali. Quindi non deve stupire questo. Di fronte a un vaccino nuovo poi la cautela è d’obbligo. Non la leggo in senso negativo ma in senso positivo: lo stop per fare ulteriore chiarezza e poi ripartire molto più convinti”.
Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma, ha spiegato ad Adnkronos Salute: “Solo il riscontro con le immunizzazioni di massa può darci i dati e avere un quadro chiaro“.