A partire dal mese di maggio il governo permetterà la riapertura graduale ai ristoranti e a tutte le altre attività rimaste chiuse finora a causa della pandemia, comportando novità anche sul coprifuoco.
Ormai manca poco per l’ufficialità: maggio sarà il mese della ripartenza. In queste ore il governo Draghi è al lavoro per definire il cronoprogramma delle riaperture di tutte le attività che negli ultimi mesi sono state costrette dalle restrizioni anti-Covid a tenere porte chiuse e serrande abbassate, entrando in una crisi economica senza precedenti.
La ripresa interesserà in particolar modo ristoranti, cinema, teatri, musei, palestre e piscine ma, secondo le prime indiscrezioni, la transizione avverrà gradualmente fino al mese di giugno. Inoltre non dovrebbe essere previsto alcun “liberi tutti” poiché, nonostante il probabile ritorno delle zone gialle, le misure anti-Covid continueranno a essere stringenti. Le prime attività che verranno riaperte, secondo quanto trapelato, sono quelle legate al mondo della ristorazione.
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Le riaperture dipenderanno dal punto d’incontro che troveranno i cosiddetti rigoristi e aperturisti. I numeri relativi alle persone vaccinate e all’andamento della curva epidemiologica di ciascuna Regione risulterà fondamentale per le decisioni definitive. I ristoranti, nonostante il centrodestra sia in pressing per riaprirli già dal mese di aprile, dovrebbero tornare a operare a partire dalla prima settimana di maggio. Le modalità tuttavia sono ancora in fase di discussione.
Le Regioni spingono per riaprirli sia a pranzo che a cena, con regole stringenti al chiuso e maggiore libertà all’aperto. Nel caso in cui i ristoratori dovessero avere il permesso di poter lavorare anche la sera, dovranno essere cambiati inevitabilmente anche gli orari del coprifuoco: al momento l’ipotesi più probabile è di spostare le lancette avanti di due ore, dalle 22 alla mezzanotte, ma se ne saprà di più dopo il confronto tra governo, Regioni e Comitato tecnico scientifico.
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Quello che è certo che i ristoratori, favoriti dall’avvento della bella stagione, dovranno privilegiare gli spazi all’aperto. La distanza tra i tavoli al chiuso dovrebbe restare invariata di due metri, mentre quella tra i tavoli esterni dovrebbe misurare un metro. I clienti continueranno poi a essere obbligati alle classiche misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio, quali l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione delle mani e il distanziamento interpersonale. Per favorire l’eventuale rintracciamento dei casi, i ristoranti dovranno mantenere per due settimane l’elenco delle prenotazioni.
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