Alessandra Dolci è alla guida della Procura distrettuale antimafia di Milano, ha dichiarato guerra alla ‘ndrangheta nel Nord Italia.
L’organizzazione mafiosa riesce a muovere capitali nell’economia legale, creando anche posti di lavoro offrendo prestazioni e servizi molto appetibili ai cittadini.
Dietro la sua scrivania ci sono delle fotografie sorridenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, poi c’è il manifesto simbolo dei magistrati uccisi mentre stavano esercitando il loro lavoro, con due rose spezzate e 27 nomi.
La magistrata nasce a Soresina, per poi trasferirsi a Milano, passa circa 32 anni in magistratura, guidando uno egli uffici più esposti e sotto i riflettori, ovvero la Procura distrettuale antimafia di Milano.
Da sempre ha combattuto contro la ‘ndrangheta e la criminalità nel Nord Italia, la stessa mafia che ha cercato di addentrarsi anche a Cremona, nel 2018 le verrà consegnato il Premio Borsellino.
Decise di fare il magistrato proprio perché non c’era cosa più bella che rendere giustizia a chi subisce un torto. Subito dopo aver conseguito la laurea, ricomincia a studiare per il concorso da magistratura.
La sua carriera avrà inizio all’età di 26 anni. Come primo incarico verrà assegnata alla Repubblica di Monza.
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A Monza matureraà l’esperienza professionale e un certo talento per i rapporti umani, cercando di occuparsi sempre della tangentopoli monzese. Arresterà due soggetti calabresi, i quali poi sono caduti vittime di un agguato mafioso.
Vennero trovati in possesso di un bidoncino pieno di esplosivo plastico con detonatori, all’interno c’erano circa 7Kg e mezzo di esplosivo. Da quel momento in poi la donna pensò che i calabresi avrebbero fatto parte del suo destino.
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Combatte la criminalità organizzata in Italia, sempre in prima fila contro la ‘ndrangheta nel Nord Italia. Tra le sue indagini ci sono l’operazione “Crimine infinito”, la quale ha portato a circa 200 arresti tra Milano e Reggio Calabria.
La criminalità organizzata lombarda si è evoluta soprattutto sotto il punto di vista criminale, cercando di controllare progetti pubblici e alcune attività imprenditoriali.
In questo modo è riuscita ad avere dei rapporti con pubblici funzionari, e anche persone legate alle forze dell’ordine, cercando di diventare un interlocutore appetibile per riuscire ad acquisire voti durante le elezioni. Tutti il passaggio di consegna della criminalità organizzata è avvenuto intorno ai lontani anni 2000.
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