Industria Musicale indignata: “Stadi aperti per gli europei? Anche noi meritiamo rispetto”

Pubblico Euro 2020: il CEO della Federazione dell’Industria Musicale Italiana, Enzo Mazza, ha parlato all’Adnkronos in merito alla decisione del Governo di far entrare il 25% dei tifosi all’Olimpico in occasione di Euro2020

Pubblico Euro 2020
(Photo by Amilcar Orfali/Getty Images)

Il presidente della Fimi (Federazione dell’industria Musicale Italiana) Enzo Mazza ha chiesto rispetto per la categoria che tutela ai microfoni di Adnkronos. Le sue parole: “È evidente che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16 mila persone all’Olimpico in occasione degli europei di calcio?”.

Poi ha continuato: “I danni causati al mondo dello spettacolo e della musica dal vivo dopo oltre un anno di pandemia e restrizioni sono immensi. Un settore distrutto, lavoratori dispersi e senza risorse, piccoli club che hanno chiuso per sempre e ora si scopre che una decisione politica può derogare alle restrizioni sanitarie? È ridicolo”.

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Pubblico Euro 2020, l’industria musicale non ci sta: “Anche noi meritiamo rispetto”

Enzo Mazza ha poi chiuso chiedendo agli artisti di non accettare tale discriminazione: “Penso che artisti e addetti ai lavori non debbano accettare una discriminazione di tale portata”.

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“Deve essere immediatamente aperto un tavolo di confronto – ha continuato Mazza– per ottenere quanto meno un trattamento equivalente. Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. E’ una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo”.

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