Mentre i coetanei si dedicavano alle “cose da ragazzi”, Linda Raimondo a 12 anni si intratteneva con Margherita Hack. Ha 21 sogna di fare l’astronauta.
Linda Raimondo nasce a Torino nel 1999, ha soltanto 21 anni ma un carnet ricco di esperienze e un futuro pieno di aspettative. Studentessa di fisica all’Università di Torino, fin dall’infanzia ha sempre avuto un pensiero fisso: l’astronomia.
“Frequentavo le medie ed era il momento in cui i miei compagni scoprivano Facebook. Io, invece, preferivo usare Skype per le videochiamate. Così, quasi per scherzo, un giorno cercai il profilo di Margherita Hack su Skype. Con quella che oggi riconosco essere una certa dose di incoscienza, avviai una videochiamata”. Dopo qualche squillo, sullo schermo del pc di Linda improvvisamente comparve una chioma di capelli bianchi.
“Non sapevo cosa fare, ero quasi tentata di riagganciare, ma quando mai mi sarebbe ricapitata l’occasione? Presi coraggio e la salutai, dicendole che da grande avrei voluto essere come lei. Margherita sistemò la webcam, mi chiese di parlare più forte perché era anziana e non sentiva bene e poi, alla mia richiesta di illustrarmi la meccanica quantistica, si produsse in una spiegazione con parole semplici, comprensibile anche da un’adolescente”, afferma la ragazza.
Fu l’inizio di un’amicizia e di un rapporto speciale. “Nel giro di un anno ci siamo sentite altre tre volte. Le avevo detto di aver preparato per l’esame di terza media una tesina intitolata “Vi racconto l’astronomia“, proprio come il suo libro, ma non ci fu l’occasione di raccontarle il risultato. Morì nel 2013, tre giorni prima dell’uscita dei tabelloni con i voti”.
Quello fu il primo incontro importante di Linda, ma non l’unico. “Nell’aprile 2012, mentre leggevo “Focus Junior”, decisi di partecipare alla possibilità che la rivista offriva di intervistare il proprio idolo. Tutti chiedevano di incontrare personaggi dello spettacolo, cantanti, attori, ballerini, calciatori. Io chiesi di intervistare Samanta Cristoforetti, che non era ancora famosa come oggi. Mesi dopo, tornando da scuola, vidi mia madre sul balcone che si sbracciava nella mia direzione. L’avevano chiamata dalla redazione del giornale, e due giorni dopo sarei dovuta essere a Milano ad intervistare Samanta”, afferma con orgoglio Raimondo.
Intraprendente, Linda lo è sempre stata. A 16 anni, studentessa del liceo scientifico torinese Norberto Rosa, figurava come organizzatrice di un ciclo di conferenze sullo spazio con l’astronauta Maurizio Cheli. Fu sua l’idea, a fine 2017, di promuovere una raccolta fondi sul web per il lancio di una sonda spaziale, presentata ufficialmente all’ASI (Agenzia spaziale italiana). Questo progetto la condusse con il suo team alla vittoria del concorso nazionale e, in seguito, a Tolosa, a disputare le finali di un concorso per studenti, da cui tornò a casa con in premio un telescopio ribattezzato “Steve”.
Sempre nel 2017, Linda arrivò in finale al concorso Odysseus space contest dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) con il progetto di una base su Marte. L’anno prima, Linda aveva trascorso 6 mesi in America nell’ambito di un programma di studio all’estero, ufficialmente per imparare meglio l’inglese ma soprattutto per visitare la Nasa, in Florida.
Nel 2018, fresca di maturità liceale, insieme a Mattia Barbarossa, uno studente napoletano, prese parte al concorso internazionale Space Exploration Master dell’ESA. Grazie al progetto di un adattatore universale da applicare alla Dream Chaser, la navicella che rifornisce la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), Linda e Mattia ottennero la vittoria. In palio, la cerimonia di premiazione a Bilbao e una settimana ad Alabama a visitare il Marshall Space Flight Center della NASA. Con l’aggiunta di un master che, quanto prima, consentirà loro di lavorare per sviluppare il progetto.
Con il sorriso cordiale e gli occhi luminosi, Linda va ben oltre l’immagine stereotipata della bella ragazza: al fascino affianca cultura e competenza, tanto da essere stata prescelta dalla Rai quale testimonial della divulgazione scientifica per ragazzi.
Da gennaio 2019 ha condotto infatti “Missione Spazio” su Rai Gulp, che si occupa di far conoscere alle nuove generazioni la realtà infinita del cosmo, trasmissione che lei stessa seguiva nell’adolescenza. Questo progetto si è poi evoluto, da gennaio 2020, nella conduzione di Space To Ground su Rai Play.
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Il 10 marzo scorso, proprio alla vigilia del lockdown per la pandemia di Coronavirus, è uscito in tutte le librerie “Tra le stelle e un po’ più in là”, un libro scritto da Linda per Mondadori.
“Non riesco ancora a crederci – ci dice – Quello di scrivere un libro era uno di quei sogni nel cassetto che non avrei mai creduto possibili da realizzare”.
“Tra le stelle e un po’ più in là” è la mia storia, quella dei miei successi e dei miei fallimenti, delle mie cadute e dei miei piccoli traguardi. Soprattutto, il libro racconta i miei sogni, quelli che da 20 anni mi fanno alzare dal letto la mattina e mi incentivano ad essere ogni giorno la versione migliore di me stessa”.
Il suo progetto più recente è invece un podcast, “Osa esplorare – Ex astris, scientia”. Si parlerà di esplorazione, e non solo di quella scientifica e spaziale, con interviste a scienziati e ricercatori, ma anche a volti noti in campi come la letteratura, il giornalismo e lo spettacolo.
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