Filippo la Mantia, ha deciso di chiudere il ristorante di Milano per non riaprire più, dopo gli stop imposti dal governo non riesce a mantenere l’affitto di 28.000 euro al mese per un locale di 1.800 metri.
L’idea di chiudere il ristorante di Filippo La Mantia era nata per una decisione temporanea, ma purtroppo il cuoco siciliano ha confermato di voler chiudere il suo ristorante in piazza Risorgimento a Milano.
Il 31 Gennaio 2021 è avvenuta la chiusura definitiva, attualmente lo chef ha deciso di smettere per dedicarsi ad altro. Non è mai stato uno chef stellato, ma dopo aver passato gli anni a Roma, arrivò a Milano nel 2014 riscuotendo un discreto successo.
Il ristorante era sempre pieno, i clienti erano gli stessi che prendono posto nei tavoli degli chef stellati. Sino a Febbraio del 2020 nonostante i costi elevati, il lavoro era proporzionato con le spese.
Nel marzo del 2020, secondo il cuoco, il governo ha commesso diversi errori, il primo sembra esser stato quello di incentivare i pagamenti tramite bancomat, l’estate del 2020 è stata a detta del cuoco “uno sfacelo” tirando fuori migliaia di contagi per la gente che è uscita in maniera numerosa.
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Per riuscire ad aprire un ristorante di 1.800 metri come quello che il cuolo aveva a Milano, pagare 28.000 euro al mese d’affitto, serve una programmazione economica studiata e ben salda.
Con i vari DPCM e le restrizioni per via della diffusione del Covid-19, il ristorante dello chef stellato ha dovuto chiudere i battenti inesorabilmente. Secondo lo chef ci sarebbe dovuto essere un team di esperti, i quali avrebbero dovuto valutare la sicurezza dei locali secondo le aperture.
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Sempre secondo la sua opinione, il cuoco ha affermato che allo stato drammatico in cui riversa la ristorazione attualmente, molte strutture hanno chiuso, questo ha contribuito a favorire l’incertezza del governo.
L’insicurezza, la cassa integrazione che ritarda ad arrivare, i ristori che non sono stati all’altezza delle perdite, tutto questo ha messo in ginocchio il settore della ristorazione paragonandolo a quello della movida.
Per riuscire a gestire i problemi legati alla vita quotidiana, serve una preparazione adeguata, lo chef non ha visto uno studio delle conseguenze da parte del governo.
La ristorazione sarebbe dovuta essere la prima risorsa per il nostro paese, con le restrizioni è stata quasi del tutto eliminata. Si augura che tutta la categoria riesca a risollevarsi con il tempo.
Dopo la sua chiusura, lo chef ha dato la possibilità ai suoi clienti più affezionati di poter assaporare la leggerezza e la sicilianità dei suoi piatti. Ha ripreso il delivery, proprio nella cucina del suo caro vecchio amico e chef Giancarlo Morelli.
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