La Cina ha inflitto al colosso Alibaba una maxi-multa da 2,8 miliardi di dollari per “abuso di posizione dominante”. A riportarlo è il New York Times: si tratta della sanzione più alta mai emessa in Cina dall’authority antitrust.
Continua la battaglia tra Alibaba e la Cina, anche se questa volta il colosso dell’e-commerce ha fatto sapere che pagherà la multa. Tutto aveva avuto inizio già diverso tempo fa dopo le dichiarazioni di Jack Ma che aveva espresso le sue posizioni critichi nei confronti di alcuni aspetti del regime in Cina e non è la prima volta che authority antitrust cinese indaga su Alibaba.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Nuovo digitale terrestre, rivoluzione entro giugno 2022: cosa c’è da sapere
La maxi-multa da 18,2 miliardi di yuan, ossia i 2,78 miliardi di dollari per abuso di posizione dominante sottoposta al dominante colosso cinese fondato da Jack Ma è stato ricevuto dall’azienda senza troppi polveroni, tanto da annunciare che dalla prossima settimana partirà il piano per operare le operazioni in tal senso. Non è la priva volta che Alibaba si trova a fare i conti con ostacoli del genere: solo qualche mese fa pochi mesi fa, la quotazione in Borsa di Ant, (facente parte di Alibaba e importante azienda nel settore elettronico dei pagamenti), era stata sottoposta a blocco per 24 ore sia sulla borsa di Shenzen, sia quella Shanghai.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Prove di dialogo Usa-Cina (non andate benissimo)
La sanzione emanata dall’authority antitrust è pari circa al 4% dei ricavi di Alibaba nel 2019 e arriva dopo una serie di indagini proprio sul settore. Secondo l’antitrust cinese l’azienda avrebbe “abusato della propria posizione dominante sul mercato” a partire dal 2015.
Alibaba, dopo le critiche del suo fondatore verso il sistema cinese e il controllo finanziario si è ritrovata più volte in una posizione di osservazione da parte delle autorità di Pechino. Di Jack Ma si erano perse le tracce alla fine del 2020 dopo che in ottobre gli attriti con il governo cinese erano diventati più intensi, poi era riapparso nel gennaio del 2021 durante una video-conferenza.