Ondina Valla è stata la prima italiana a vincere l’oro alle Olimpiadi, esattamente il 16 Ottobre del 2006 all’Aquila ci lasciò alla veneranda età di 90 anni.
Le Olimpiadi dove riuscì a conquistare la medaglia d’oro furono quelle di Berlino nel 1936, la gara e la sua premiazione furono riprese dalla regista tedesca Leni Riefenstahl, intitolo la pellicola Olympia.
Diventò così una figura importantissima per lo sport, e anche nella società sportiva italiana. Originaria di Bologna, nacque il 20 Maggio del 1916, suo padre la chiamò Treisonda, in onore della città turca.
Nacque dopo quattro fratelli, suo fratello Rito dopo la sua vittoria alle Olimpiadi le dedicò una statua chiamata l’Ostacolista. La statua si trova ancora dinanzi all’azienda Carpigiani a Bologna.
Prima della caduta del fascismo, l’Ostacolista era dinanzi alla sede della Gioventù Italiana del Littorio a Bologna, la donna cominciò a farsi notare nei campionati studenteschi, insieme alla sua compagna Claudia Testoni.
Anche lei fu presente alla finale ad ostacoli di Barlino, all’età di 14 anni le due erano delle atlete affermate e riconosciute, l’atleta che conquistò l’oro era di carattere eclettico.
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Claudia Testoni fu la sua eterna rivale, ufficialmente si sfidarono circa 98 volte, ma riuscirono a rimanere amiche per tutta la vita. Nel momento in cui l’atleta venne a sapere della scomparsa di Claudia, la donna dichiarò che pensare a lei era come se stesse pensando alle cose più belle della sua vita.
Dopo aver vinto la medaglia d’oro, Hitler la convocò per stringerle la mano, la donna ha sempre dichiarato di aver avuto un ricordo confuso, non riuscì a capire nulla perché lui si rivolse a lei in tedesco.
L’unico rimpianto dell’atleta è stato quello che avrebbe potuto vincere nelle Olimpiadi di Los Angeles, grazie alla sua forma fisica e alla sua età, sarebbe stata una delle favorite.
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Purtroppo era l’unica donna nella squadra olimpica italiana, questo fece storcere il naso al Vaticano. La ragazza era popolare in Italia, proprio per le sue vittorie nell’atletica.
Il fascismo prese esempio dalla ragazza per sponsorizzare la sana e sportiva gioventù italiana, anche i giornali la definirono “il sole in un sorriso”.
Nel 1937 stabilì un record nazionale di salto in alto, il quale venne detenuto sino al 1955. Mentre il primato di Berlino fu mantenuto sino al 2004.
La vittoria a Berlino, fu un trionfo per gli italiani, ma soprattutto per le italiane, le quali presero spunto ed esempio dalla sua performance. La ragazza subito dopo la vittoria venne ricevuta da Benito Mussolini e dalla regina Elena, la quale le regalò una foto con dedica.
L’atleta promettente continuò a gareggiare sino agli anni ’40 riuscendo a vincere tre medaglie ai giochi mondiali di Tokyo, per poi aggiudicarsi 15 titoli italiani. Nel 1950 divenne campionessa abruzzese, purtroppo nel 1978 le fu rubata la medaglia d’oro a Berlino, ma il Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera le donò una perfetta riproduzione della medaglia persa ingiustamente a Berlino nel 1984.
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