Nancy Porsia, chi è la giornalista e reporter: il caso intercettazioni

Cosa sapere su Nancy Porsia, chi è la giornalista e reporter: il caso intercettazioni della procura di Trapani e le sue parole.

(screenshot video)

La giornalista freelance Nancy Porsia è anche una producer esperta di Medio Oriente e Nord Africa, che ha realizzato molti servizi e reportage da territori di frontiera. Libia, Iraq, Siria, Libano e Tunisia sono al centro del suo lavoro da diversi anni. Le inchieste sono state quindi rese pubbliche da diverse emittenti nazionali e internazionali.

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Oltre a Rai e SkyTg24, i suoi lavori sono stati diffusi da Il Fatto Quotidiano, L’Espresso, ARTE, ARD, The Guardian e Al Jazeera. Come unica giornalista italiana in Libia dopo i fatti del 2016, ha seguito e coperto gli eventi legati alla guerra civile. Non solo: ha raccontato il mondo dei migranti, così come quello dei trafficanti di esseri umani.

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La giornalista e reporter Nancy Porsia coinvolta nel caso intercettazioni

Ha condotto diverse importanti inchieste sia sugli scafisti che sulle responsabilità della Guardia Costiera libica e dei suoi vertici. Ha anche documentato il flusso migratorio dal Corno d’Africa, con un focus sull’Eritrea. Nei primi mesi del 2021, il suo nome diventa noto anche per quel che riguarda il caso intercettazioni da parte della procura di Trapani. La giornalista intercettata senza essere indagata nell’ambito di un’inchiesta sulle ong ha ricevuto grande solidarietà da parte dei suoi colleghi.

Su quanto accaduto, anche la giornalista freelance italiana ha preso posizione, lanciando una grave accusa attraverso l’Adnkronos, che le ha chiesto un parere sulle intercettazioni: “Il retrogusto amaro di tutta questa faccenda è avere la conferma che chi doveva proteggermi invece mi intercettava. Questo è certo. La mia vita era in pericolo e loro lo sapevano”. Nancy Porsia ha anche evidenziato: “Allo stesso tempo c’è anche la violazione totale al diritto dell’informazione e al diritto di una giornalista a tutelare le proprie fonti, perché c’è tanto materiale sensibile che ora può essere visionato da molte persone e poi il fatto che, ancora una volta, viene fuori in maniera prepotente i freelance siano lasciati senza tutele”.

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