La pandemia di Covid ha accorciato l’aspettativa di vita nell’Unione europea: in controtendenza solo la Danimarca e la Finlandia
Il letale Covid non ha solo stravolto le nostre esistenze, il nostro vivere quotidiano ma anche “compromesso” il nostro futuro: infatti, l’aspettativa di vita nell’Unione europea lo scorso anno è diminuita proprio per effetto dell’impatto della pandemia di Covid. Secondo i dati raccolti da Eurostat, il servizio statistico europeo, il calo maggiore è stato registrato in in Spagna, con una diminuzione di 1.6 anni rispetto al 2019, mentre in Bulgaria l’aspettativa di vita è scesa di 1.5 anni. Seguono Lituania, Polonia e Romania che hanno fatto segnare un calo di 1.4 anni. In Italia la contrazione è di 1.2 anni. Solo la Danimarca e la Finlandia in controtendenza: l’aspettativa di vita è aumentata di 0.1 anni.
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Intanto, a livello globale il numero di morti a causa del Covid-19 è aumentato dell’11% la settimana scorsa rispetto a quella precedente: 71 mila i decessi secondo quanto emerge dal bollettino diramato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I nuovi casi sono oltre 4 milioni, il 5% in più. L’incremento maggiore in Asia meridionale dove i nuovi contagi sono aumentati del 36% mentre i morti del 46%. Il Paese che ha avuto più casi nell’ultima settimana è l’India (+38%). In Europa contagi scesi del 2% dopo 5 settimane consecutive di crescita.
Nuova puntata della telenovela “vaccino AstraZeneca”: “Germania e Spagna hanno deciso l’uso sopra ai 60 anni e la Francia sopra i 55 anni di età. La posizione di fatto decisa dal Ministro Speranza dopo un confronto è stata quella di raccomandare l’uso preferenziale nei soggetti oltre 60 anni di età“. Così il Presidente del Comitato Tecnico-scientifico, nonché Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. “Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino“, ha precisato.
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L’annuncio di Locatelli ha fatto seguito alla pronuncia dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, che dopo una nuova valutazione ha definito gli “eventi rari di trombosi cerebrali” accusati da soggetti a cui era stato somministrato il vaccino anti-Covid di AstraZeneca “effetti collaterali molto rari“. Infatti, la maggior parte dei casi segnalati “si è verificata in donne sotto i 60 anni ed entro 2 settimane dalla prima dose“. Di conseguenza, l’EMA ha ribadito che “i benefici superano i rischi” anche se “imporrà ad AstraZeneca robusti studi per capire di più sugli effetti di rischio“.
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