La raccomandazione di somministrare il vaccino AstraZeneca agli over 60 costringe a una rimodulazione della campagna anti-Covid: chi ha già ricevuto la prima dose e ha meno di 60 anni si chiede adesso se dovrà comunque fare il richiamo con lo stesso siero anglo-svedese.
La notizia dell’uso preferenziale del vaccino AstraZeneca agli over 60, annunciata dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, non solo ha scombussolato il piano delle somministrazioni ma ha anche generato una maggiore sfiducia dei cittadini verso il siero anti-Covid anglo-svedese. “C’è attenzione sull’aspetto organizzativo-logistico per evitare ripercussioni e contraccolpi”, ha spiegato Locatelli sottolineando che quello di AstraZeneca è un vaccino efficace, come ribadito anche dall’Ema, secondo cui “i benefici superano i rischi”.
Tuttavia i rari casi di trombosi, anche se ad oggi molto rari, preoccupano la popolazione, in particolar modo gli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese. Adesso il governo italiano dovrà tenere conto di tutte le prenotazioni già precedentemente fissate fino a maggio, da rinviare o cancellare, e dei richiami da gestire per milioni di italiani, per un vaccino che ha registrato l’ennesimo colpo di scena. Inizialmente doveva essere destinato solo agli under 55, poi è stato esteso a tutte le fasce d’età. Adesso la sua somministrazione è invece raccomandata agli over 60.
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Il dubbio di chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca e ha meno di 60 anni è lecito: il richiamo dovrà essere fatto con lo stesso siero anglo-svedese o con uno di altra tipologia? Secondo quanto specificato dall’Ema, mixare i vaccini contro il Covid-19 potrebbe essere efficace, ma è necessario attendere ancora ulteriori dati. Al momento la posizione dell’Italia è chiara: il richiamo deve essere effettuato comunque con AstraZeneca.
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A dichiararlo è stato Franco Locatelli, spiegando che “su 600mila trattati con due dosi nessuno ha mai mostrato eventi trombotici”. Lo stesso ha sottolineato la presidente del Comitato di farmacoveglianza e valutazione del rischio dell’Ema, Sabine Straus, che ha sottolineato: “Quello che sappiamo dei casi di trombosi rare è che sono successe dopo la prima dose. Sulla seconda non abbiamo ancora molte informazioni disponibili”. Ad oggi dunque, indipendentemente dall’età, chi ha già fatto la prima dose di AstraZeneca riceverà anche la seconda.
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