Trovato l’accordo per la somministrazione del vaccino anti-Covid nei luoghi di lavoro: si parte a maggio col supporto di medici aziendali e Inail.
Ricevere il vaccino anti-Covid nei luoghi di lavoro sarà d’ora in poi possibile. Dopo un confronto di circa 7 ore, Governo e parti sociali hanno infatti sottoscritto il Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione.
Inoltre è stato siglato il Protocollo di sicurezza per aggiornare le misure per il contrasto e il contenimento del contagio. Le somministrazioni, che saranno volontarie, verranno effettuate con il supporto dei medici aziendali e dell’Inail. Le vaccinazioni nei luoghi di lavoro prenderanno il via a partire da maggio.
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Il protocollo firmato è diretto a tutti i lavoratori, a prescindere dal tipo di contratto, e ai datori di lavoro. Secondo l’accordo questi ultimi, supportati o coordinati dalle Associazioni di categoria di riferimento, dovranno comunicare la disponibilità ad attuare piani aziendali per l’attivazione di punti di vaccinazione anti-Covid in favore di chi ne abbia fatto volontariamente richiesta. I datori di lavoro potranno avvalersi anche delle strutture sanitarie dell’Inail.
I Servizi sanitari regionali si prenderanno in carico i costi delle forniture dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione, della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle dosi somministrate. Gli unici costi a carico del datore di lavoro sono quelli relativi alla realizzazione e gestione dei piani aziendali, che includono i costi dell’inoculazione. Il protocollo determina che se il lavoratore riceve il vaccino in orario di lavoro, il tempo necessario per la somministrazione è equiparato allo stesso orario di lavoro.
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Sulla base del Protocollo sulla sicurezza, governo e parti sociali hanno confermato l’obbligo delle mascherine, del distanziamento e della sanificazione periodica negli ambienti di lavoro. Nel testo dell’accordo si raccomanda inoltre, per le attività produttive, di limitare gli spostamenti all’interno dei siti e di contingentare l’accesso agli spazi comuni.
Tra i punti aggiunti nel protocollo vi è quello legato alla riammissione al lavoro dopo l’infezione, che deve avvenire secondo le modalità previste dalla normativa vigente. “I lavoratori positivi oltre il 21esimo giorno – viene sottolineato – saranno riammessi solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario”.
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