La mozione per interrompere il cashback da parte dei senatori di Fratelli d’Italia per dirottare le risorse sui ristori e imprese in crisi è stata respinta.
Le forze di maggioranza infatti si sono coalizzate nel contrastare la mozione di Fratelli d’Italia, e non sospendere i rimborsi del cashback, ha premuto nel chiedere correttivi ai rimborsi di Stato per i pagamenti elettronici, in particolare dopo i casi dei “furbetti” che hanno fatto raffiche di pagamenti fittizi pur di scalare la classifica del superpremio da 1.500 euro a semestre.
Lega, Forza Italia e Italia Viva si astengono in Senato sulla mozione di Fratelli d’Italia, già stata presentata a gennaio, quando il centro-destra era compatto all’opposizione. La proposta prevede la sospensione del Cashback e l’utilizzo dei 5 miliardi in favore delle categorie in crisi a causa delle restrizioni anti-Covid.
Il Pd vota contro. E il M5s, per bocca di Marco Pellegrini, parla di una mozione che “non si basa su dati di fatto, su numeri, su statistiche, su evidenze inconfutabili. Molto semplicemente si inquadra nell’ambito di un più generale e sterile attacco politico”. La mozione viene dunque respinta con 114 voti contrari, 20 favorevoli e 89 astenuti.
Antonio Misiani, senatore del Pd, dettaglia la richiesta in chiusura del cashback: “C’è bisogno ora di un sistematico monitoraggio con l’introduzione di elementi correttivi, per esempio evitando che il cashback sia troppo generoso con le persone ad alto reddito e rafforzando i sostegni a favore esercenti. Serve una valutazione rigorosa dei costi/benefici e dei risultati raggiunti così da intervenire con misure migliorative che permetteranno anche di risparmiare significative risorse rispetto a quelle inizialmente previste”.
Comunque il Governo punta “ad approfondire il monitoraggio del Programma Cashback, anche al fine di adottare eventuali provvedimenti correttivi”, ai quali il ministero dell’Economia lavora grazie alla ricognizione tecnica di Pago Pa, la società che tira le fila del programma e traccia i dettagli dei pagamenti effettuati con strumenti elettronici registrati. Non a caso, sull’ordine del giorno arriva il parere favorevole del governo e il Senato approva.
In realtà, i primi dati sul rimborso di Stato sembrano dimostrare che lo strumento ha attecchito e sta riscuotendo consenso. In primo luogo, come evidenziato nella risposta del ministero dell’Economia nei giorni scorsi, gli aderenti sono «passati da quasi 6 milioni nel periodo sperimentale di dicembre 2020, a più di 8 milioni a marzo». Un’indiretta testimonianza dell’utilizzo diffuso della moneta elettronica.
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Non mancano le distorsioni. Con il mancato inserimento dello stop ai pagamenti frazionati, sono diverse le anomalie segnalate per moltiplicare i pagamenti e centrare il superpremio semestrale da 1.500 euro. Un problema su cui il Governo ha già annunciato di essere al lavoro per introdurre correttivi antielusivi.
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