Napoli, rapinatori morti dopo la rapina: il ragazzo derubato del Rolex ha ammesso le responsabilità: “Volevo la targa, non ucciderli”
A quasi una settimana dai tragici fatti, Giuseppe Greco ha confessato. Nella notte tra venerdì e sabato scorso, quando due rapinatori gli avevano sottratto il Rolex in provincia di Napoli, al confine tra i Comuni di Marano e Villaricca, li ha speronati quando li ha inseguiti dopo il furto, facendoli perdere il controllo del mezzo. I due, Ciro Chirollo e Domenico Romano, di trenta e quarant’anni, sono finiti contro un muro; per loro non c’è stato nulla da fare. Entrambi di Sant’Antimo, nel Napoletano, erano già noti alle forze dell’ordine per alcuni precedenti.
Ieri per Greco, di 26 anni, erano scattate le manette perché accusato di aver speronato i due mentre era a bordo della sua auto. Questa mattina presso il carcere napoletano di Poggioreale Greco nell’interrogatorio in presenza del suo avvocato Domenico Della Gatta e del sostituto procuratore Paolo Martinelli, ha confessato al Gip del Tribunale di Napoli Nord Nicola Paone di aver tamponato lo scooter sul quale i due erano fuggiti dopo la rapina a mano armata. Accanto ai corpi dei due, infatti, le forze dell’ordine avevano trovato anche il costoso orologio e una pistola.
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Napoli, rapinatori morti: “Volevo prendere la targa”
Giuseppe Greco ha però chiarito che non aveva intenzione di ucciderli e di averli inseguiti solo perché voleva prendere la targa. Il giovane ha comunque ammesso di aver mentito precedentemente. Era stato infatti lui stesso a denunciare il giorno dopo l’accaduto ai carabinieri.
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Prima indagato a piede libero, ieri era scattato il fermo perché sospettato di aver speronato i due. Su questo punto Greco ha sempre respinto le accuse ma questa mattina è arrivata la confessione. Durante l’interrogatorio ha raccontato che dopo aver subito la rapina stava tornando a casa ma all’altezza della rotonda di San Rocco, a meno di un chilometro da dove era avvenuta la rapina, ha pensato di inseguirli per prendere la targa. Greco è stato inchiodato dalle telecamere di videosorveglianza e dalle testimonianze.