Non ha fine ma anzi accelera il processo di deforestazione globale: un recente studio del World Resource Institute pone l’allarme sulle aree tropicali. Più di 12 milioni di ettari distrutti solo nel 2020.
La deforestazione ha subito un aumento del 12% rispetto allo scorso anno e nelle regioni tropicali 42mila chilometri quadrati oggi non ci sono più: oltre all’Amazzonia ad essere colpiti sono il Congo e il sud-est asiatico. Il disboscamento aumenta in modo progressivo e oltre la soglia degli ultimi venti anni: paesi come L’Indonesia però sembrano tenere duro e fanno ben sperare.
ll World Resource Institute evidenzia nel suo dossier le grosse lacune, anche in termini normativi e, anche se negli ultimi anni il tema ambientale sembra essersi ritagliato uno spazio più che importante nell’opinione pubblica e non solo, questo sembra non bastare. Il disboscamento ha raggiunto percentuali mai viste prima e la necessità di intervenire non può che diventare un punto focale nella costruzione di un futuro più sostenibile.
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“I tropici hanno perso 12,2 milioni Ettari di copertura di alberi nel 2020, secondo i nuovi dati dell’Università del Maryland (disponibili su Global Forest Watch). Di questi, 4,2 milioni di ettari” – una superficie delle dimensioni dei Paesi Bassi, oggi non c’è più, si tratta di “foreste primarie, che sono particolarmente importanti per lo stoccaggio del carbonio e la biodiversità. Le conseguenti emissioni di carbonio derivanti da questa perdita forestale primaria (2,64 Gt CO2) sono equivalenti alle emissioni annue di 570 milioni di auto, più del doppio del numero di auto su strada negli Stati Uniti.” Si apre così il report del WRI.
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A pagare le conseguenze maggiori della deforestazione sono state le regioni tropicali. Foreste pluviali da dove proviene globalmente la maggiore quantità di carbonio (carbon sink), estremamente fondamentale per contrastare il cambiamento climatico. Con la deforestazione non perdiamo solo linfa vitale per il globo, ma perdiamo microsistemi, quantità di biodiversità annullate dal disboscamento. L’Amazzonia è ad esempio l’area che probabilmente sta pagando di più i cambiamenti climatici che spesso provocano incendi nel cuore della foresta pluviale. Il Brasile è inoltre, sotto la guida di Bolsonaro, il paese che più di tutti sta pagando caro il conto del lassismo amministrativo del governo centrale, dopo anni di lotte a sostegno dell’Amazzonia e dei suoi abitanti.
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