La figlia di Aldo Gucci si scaglia contro House of Gucci, il film di hollywoodiano diretto da Ridley Scott.
Dopo lo sfogo di Patrizia Reggiani, moglie di Maurizio Gucci, per non essere stata interpellata per le riprese del film di Ridley Scott, non si placano le polemiche su House of Gucci. Questa volta è Patricia Gucci, figlia di Aldo, storico direttore della Maison, a dire la sua sulla pellicola hollywoodiana.
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In un lungo post sui social, la figlia di Aldo Gucci e Bruna Palombo, non ha usato mezzi termini per attaccare House of Gucci, il film del regista Ridley Scott che promette di raccontare la vita della famiglia e della Maison nata a Firenze nel 1921. A scatenare l’ira di Patricia Gucci, sono state le immagini che negli ultimi giorni abbiamo visto circolare sui social e che darebbero un’idea di suo padre totalmente distorta rispetto a quella che era la realtà.
“Avendo visto le immagini in anteprima di ‘House of Gucci’, previsto per l’uscita a novembre, non posso restare a guardare. Mio padre – Aldo Gucci, che ha trasformato Gucci da un unico negozio a Firenze in un fenomeno globale, durante i suoi 30 anni da presidente – è rappresentato come un minuscolo delinquente, quando in realtà era alto, magro e con gli occhi azzurri. Era la personificazione dell’eleganza, applaudito da reali, da capi di stato e da leggendarie star di Hollywood”.
Nel film, Aldo Gucci sarà interpretato da Al Pacino, e proprio la scelta di uno degli attori più apprezzati di Hollywood ha fatto ulteriormente infuriare Patricia Gucci: “Nel film è interpretato da Al Pacino, l’attore noto per il suo ruolo in ‘Il Padrino’ come mafioso e in ‘Scarface’ come spacciatore, stigmatizzando generazioni di italiani e latini”. Ma non finisce qui, perché la critica continua anche sul libro dal quale è tratto il film: “La sceneggiatura è basata su un libro di un’autrice che non ha mai incontrato mio padre ed è incentrato su Patrizia Reggiani – un’assassina condannata – e mio cugino Maurizio Gucci, che spietatamente ha messo da parte suo zio in un’acquisizione ostile prima di mandare l’azienda a picco. Vederli glorificati dalle celebrità di Hollywood e dall’acclamato regista Ridley Scott è per me incompressibile” ha continuato la la fashion executive, rinvangando le ostilità datate tra i membri della famiglia Gucci.
Ed è a questo punto che Patricia Gucci, nel suo sfogo social, rimarca quanto il film viri verso la calunnia nei confronti di suo padre: “La memoria di mio padre è troppo preziosa per essere calunniata. Non è più qui per difendersi da questa calunnia evidente”. E continua affermando come l’adattamento cinematografico sia solo una trovata commerciale: “Per sostenere la sua eredità, ho pubblicato le mie memorie nel 2016 e rifiutato molte offerte per fare un adattamento cinematografico per paura di vedere eventi reali e personaggi distorti per un guadagno commerciale. La storia non dovrebbe essere rivista nell’interesse della vendita di più libri e servizi di streaming. 2021 è il centenario di Gucci come marchio, 70 dei quali come azienda di famiglia. Niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza il genio di Aldo Gucci”.
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