Bangladesh, incendio in campo profughi: “Imprigionati dal filo spinato”

Bangladesh, a Balukhali muoiono adulti e bambini. L’accusa delle organizzazioni umanitarie: le recinzioni hanno impedito la fuga

Bangladesh, incendio nel campo profughi a Balukhali (screen YouTube)

Ieri in Bangladesh c’è stato un vasto incendio in un campo profugo a Balukhali, vicono Cox’s Bazar. Sono morte almeno 15 persone e 400 circa sono i dispersi. Tra le vittime sicuramente tre bambini ma il bilancio potrebbe tristemente salire. Si continua a scavare tra le macerie e potrebbero purtroppo essere recuperati altri corpi.

L’incendio è stato domato dopo ben sei ore mentre in altre parti del campo le fiamme hanno continuato a distruggere per tutta la notte. I profughi sopravvissuti, già in possesso di poco, ora non hanno più nulla.

Unhcr, il Commissariato delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti e della tutela del rifugiato, ha detto che nella stessa serata di ieri sono state sepolti tre bambini e che altri quattro sono stati trovati carbonizzati, ma sarà difficile riconoscerli. Il bilancio è drammatico: sono stati distrutti più di 17 mila rifugi e ora sono decine di migliaia le persone che non hanno un tetto.

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Incendio campo profugo in Bangladesh, le organizzazioni internazionali accusano il filo spinato

Campo profugo di Balukhali, in Bangladesh
Campo profugo di Balukhali, in Bangladesh (Getty Images)

Sotto accusa il filo spinato sulle recinsioni intorno al campo. Secondo Refugees International, una delle tante organizzazioni mondiali che si occupa dei rifugiati, molte persone si sono ferite provando a fuggire, scavalcando il filo spinato, e altre sono rimaste intrappolate.

Alle prime ore di oggi la polizia ha fatto sapere che ancora non si conoscono le cause dell’incendio e che si sta ancora lavorando per conoscerle. L’enorme campo era diviso in quattro sezioni e ospitava 124 mila profughi. Tra uomini della Croce rossa e Vigili del Fuoco i soccorritori impegnati sono stati più di un migliaio.

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Secondo un’altra organizzazione, la John Quinley di Fortify Rights, già in passato il filo spinato aveva ostacolato la distribuzione di aiuti umanitari e dei servizi necessari per i rifugiati.

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