In Amazzonia i Ribeirinhos dello Jauaperí hanno combattuto la pandemia da soli, abbandonati dalle autorità e con pochi strumenti a disposizione: oggi resistono e non si piagano alla brutalità del virus. Storie di coraggio dalle rive di un fiume.
Quella che ha raccontato Avvenire è una storia di resilienza e di grande coraggio di un popolo che continua a lottare contro un virus ma anche, e soprattutto, con la negligenza del governo nazionale e delle autorità locali.
Artemizia de Nazare Brazão, ha 38 anni come riporta il quotidiano, e visita le famiglie “capanna per capanna”. A lavoro ci va a piedi o in canoa, e chiamarlo lavoro ormai è pure troppo, dopo che il suo contratto da “infermiera” non l’è stato rinnovato, a partire dallo scorso mese di novembre.
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Come Artemizia, anche Aluisio e Marcio sono “volontari” e aiutano nella prevenzione, organizzando attività di informazione, e così si comparte il virus: quarantene autoimposte, utilizzo della mascherina e divieto di assembramenti. Sembrerebbe semplice, non se ad organizzare tutto questo devono essere i volontari, la “gente del fiume” sola contro il virus, come invisibili, gli ultimi della fila. Un popolo vissuto fra la manodopera per schiavitù, per i “grandi signori del caucciù”
I Ribeirinhos come gli amazzoni nativi nutrono un grandissimo rispetto e una sinergia unica per la tutela dell’Amazzonia, pur essendo emarginati, come racconta Emanuela Evangelista, biologa e come riporta il quotidiano Avvenire. Emanuela è stata premiata lo scorso anno dal presidente Sergio Mattarella che l’ha insignita dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
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Chi meglio di lei, conoscente dei luoghi e in prima linea, che racconta come “dall’inizio della pandemia, abbiamo ricevuto due visite mediche inviate dal municipio e un rifornimento di viveri a settembre dallo Stato. Null’altro. E qui non c’è assistenza per curarsi, le persone devono recarsi nella città più vicina, Novo Airão, che dista fino a 24 ore di barca. Pochi, poi, possono permettersi la benzina per raggiungerla. Oltretutto le terapie intensive si trovano a Manaus, lontana 500 chilometri. Per evitare la strage, i Ribeirinhos dello Jauaperí hanno fatto uno straordinario sforzo collettivo.” Le vaccinazioni nella Regione vanno avanti a bassissima intensità. 11,8 milioni di casi e 288mila morti, più di 1,7 milioni di contagiati e 41mila vittime provengono dall’Amazzonia brasiliana. Con grande sottostima, a causa dello scarso tracciamento.