Presa Diretta: il business delle armi nella puntata del 22 marzo

La puntata di lunedì 22 marzo di Presa Diretta è dedicata al business delle armi, alla sua importanza per gli equilibri geopolitici e al ruolo dell’Italia nell’industria militare.

presa diretta, anticipazioni del 22 marzo: la dittatura delle armi
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Presa Diretta, il programma di approfondimento giornalistico diretto da Riccardo Iacona su Rai 3, nella puntata in onda alle 21.20 di questa sera, lunedì 22 marzo, indaga sul grande business delle armi a livello nazionale e internazionale. Il viaggio-inchiesta si focalizza in particolare sugli equilibri geopolitici e al peso che si ripercuote in Italia nell’ambito dell’industria militare. Il titolo della puntata è La dittatura delle armi.

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Presa Diretta: “La dittatura delle armi”

L’inchiesta di Presa Diretta è dedicata all’approfondimento del mercato degli armamenti. Attraverso testimonianze, immagini e documenti esclusivi, Riccardo Iacona, con la collaborazione di Giulia Bosetti, Marianna De Marzi, Pablo Castellani, Raffaele Manco e Alessandro Marcelli, fa luce sul ruolo centrale dell’Italia, che lo scorso marzo, mentre tutte le aziende del Paese si fermavano per il lockdown, ha deciso di continuare a produrre ed esportare le sue armi.

La Legge 185 del 1990 vieta l’esportazione degli armamenti a tutti quei Paesi che compiono gravi violazioni dei diritti umani e sono impegnati in conflitti. Negli ultimi vent’anni tutti i governi del Paese hanno sempre sostenuto il finanziamento pubblico al settore della Difesa e le regole dell’export non sempre sono state rispettate. Attraverso l’inchiesta si comprenderà meglio il motivo per cui la politica abbia sempre dato grande importanza alla vendita delle armi e quali potrebbero essere gli equilibri geopolitici in atto.

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Nel dettaglio, si prenderanno in esame la guerra dello Yemen, che ha già causato oltre 200mila morti e in cui l’Italia ha avuto un ruolo nell’esportazione delle armi, la maxi-commessa che il governo italiano potrebbe fare con l’Egitto, che inciderebbe con gli interessi dell’industria degli armamenti, e il traffico di armi verso la Turchia, la Libia e l’Arabia Saudita.

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