Sarebbe atterrato in località Temennotte, nel comune di Sant’Agapito in provincia di Isernia la meteorite pesante circa un kg che si è spenta nel cielo del Molise lo scorso 15 marzo. Lo affermano gli esperti dell’Istituto nazionale di astrofisica dopo aver analizzato i filmati che mostrano il bolide alle 20,57 di lunedì scorso attraversare il cielo scuro, come è stato notato da tantissime persone residenti nel centro-sud e in particolare fra la Campania e il Lazio.
Inoltre si stima che il piccolo corpo celeste è entrato nell’atmosfera a una velocità di circa 50 mila chilometri all’ora ed è stato visibile per soli 5,3 secondi, quando è diventato brillantissimo bruciando nell’atmosfera.
Gli esperti hanno messo in guardia chiunque fra la popolazione dovesse imbattersi nel frammento. Il pezzo di meteorite infatti non va toccato assolutamente e bisogna, nel caso di avvistamento, avvertire immediatamente le autorità. Per fortuna con la pandemia in corso è difficile che scatti una sorta di ‘caccia al meteorite’ a Sant’Agapito e dintorni, e le indicazioni degli astronomi sono rivolte a chi abita in zona.
Nel caso di ritrovamento di un sasso sospetto, ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, bisogna segnalarlo alla rete Prisma dell’Inaf scrivendo una mail e mandando una foto all’indirizzo prisma_po@inaf.it. Inoltre è importante non toccarlo, non avvicinare calamite e non avvolgere il frammento in plastica o alluminio ma raccoglierlo con un foglio di carta, avvolta in un panno di cotone e conservarlo in un contenitore pulito di vetro.
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il professore Daniele Gardiol, Primo Tecnologo dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, e coordinatore nazionale della rete Prisma, ha parlato della frequenza della caduta dei corpi celesti in Italia: “Se pensiamo alle stelle cadenti, che però sono polvere lasciata perlopiù dalle comete, possiamo dire che è abbastanza frequente. Diverso è con oggetti più grandi, questo è di circa otto centimetri, decisamente più rari. Episodi simili si verificano una volta in un anno, in Italia. Per noi, è il quarto caso in quattro anni” spiega Gardiol. Il ricercatore ha poi parlato dell’importanza dei meteoriti per l’Inaf e per gli astrofisici in generale, che rappresentano ciò che i fossili sono per il paleontologo o gli strati di roccia per il geologo. “Sono importanti per lo studio della Terra e della nostra vita. La gran parte degli oggetti asteroidali non si è modificata molto dalla nascita del sistema solare. Ci portano materiale primordiale. Avere più meteoriti a disposizione consente di studiare l’evoluzione del sistema solare e verificare anche la validità dei nostri modelli”.
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