Vaccino AstraZeneca, in Inghilterra e in tutto il Regno i dati sono in miglioramento: in circa due mesi, meno 50 mila nuovi contagi al giorno
L’Europa è nel panico a causa del vaccino AstraZenica che avrebbe provocato la morte di alcune persone. Condizionale d’obbligo visto che al momento non è emersa alcuna correlazione tra il siero e i decessi, anzi: finora, in ogni caso di esame autoptico sostenuto, è stato evidenziato il contrario.
La Gran Bretagna anche su questo aspetto è sempre più lontana dall’Europa continentale e non solo per questioni geografiche e politiche-economiche con la Brexit. Se Italia e altri Stati annaspano e il numero di vaccinati è ancora basso rispetto alle previsioni, la Gran Bretagna corre veloce, anche più del virus.
Numeri alla mano il Covid nel Regno Unito è messo all’angolo anche se la guerra non è per nulla vinta. L’8 dicembre scorso a Londra fu il V-Day, il Vaccine day. Con Pfizer si avviò la campagna vaccinale ma anche AstraZeneca (sviluppato dall’Università di Oxford) ha dato una grossa mano. E così da gennaio i dati sono tutti confortanti, dai nuovi contagi ai ricoveri fino ai decessi.
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Nel Regno Unito sono state vaccinate circa 25 milioni di persone pari al 37% della popolazione. Dicembre è stato un mese infernale poi dal 9 gennaio scorso i dati sono sensibilmente migliorati passando dai 59.937 nuovi casi al giorno ai 5.294 di ieri. Due mesi fa il picco di decessi con circa 1.800 vittime al giorno, ieri 110. Anche la pressione sugli ospedali è calata scendendo dagli oltre 35 mila agli attuali 7 mila.
I motivi di questo successo sono soprattutto nel diverso impianto del piano vaccinale, voluto ora anche dal commissario italiano Figliuolo. Le dosi che non si possono conservare perché la vaccinazione è stata disdetta (magari a causa del timore degli effetti collaterali) non vanno buttate ma – come dice l’ordinanza firmata dal commissario – somministrate a persone “comunque disponibili al momento“.
Restano ovviamente le categoria che hanno priorità e difficilmente si arriverà a vaccinare ‘il primo che passa’, ma è un cambio di rotta importante perché è proprio il piano che adotta Londra. È come se si andasse a scalare la graduatoria delle priorità con delle liste di riserva.
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Nel Regno Unito si va in ordine di età: così facendo i più giovani si possono trovare vaccinati rispetto a chi ha anche decenni in più, ma non c’è alcuno spreco, la dose non va buttata e anche un solo cittadino in più è vaccinato. E i fatti ora stanno dando ragione a chi ha concepito la campagna vaccinale in questo modo.
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