Giornata contro i disturbi alimentari del 15 marzo, un problema delicato che provoca ancora vittime in tutto il mondo
Tra le varie “giornate mondiali” alcune possono sembrare bizzarre, talvolta anche divertenti e che hanno il solo fine di ‘riunire’ in un unico giorno chi ha un certo carattere e modo di agire. Altre invece sono di tutt’altra natura e hanno il fine di sensibilizzare e informare su temi ben più seri.
Tra queste c’è certamente la Giornata Mondiale contro i disturbi alimentari. È chiamata anche giornata del Fiocchetto lilla, simbolo e colore della ricorrenza che vuole discutere e far conoscere un problema che nel mondo riguarda molte persone – soprattutto adolescenti – e che se taciuto e non curato può causare danni pericolosi come l’anoressia o l’obesità.
La Giornata è nata più di trent’anni fa negli Stati Uniti e in Italia è riconosciuta ufficialmente l’8 maggio 2018 indetta con le firme dell’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e della ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
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Per l’occasione questa sera RaiTre andrà in onda alle 21.45 con una speciale del programma Fame d’amore condotto da Francesca Fialdini. L’impegno della docu-serie che la l’azienda di Stato propone già da due anni è accendere i riflettori sul fenomeno che in un anno di pandemia ha reso più difficile la vita a tante persone.
Secondo le stime riportate lo scorso anno dalla Fondazione Onda, il 95,9% delle persone che soffrono di disturbi alimentari sono donne. Il genere femminile è in maggioranza sia per quanto riguarda i problemi legati all’anoressia – 8 nuovi casi per 100mila persone – sia per l’obesità con 12 nuovi casi ogni 100mila. In entrambi i disturbi gli uomini patiscono di meno.
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In Italia la giornata cade il 15 marzo perché quel giorno del 2011 a Genova scomparve Giulia Tavilla quando stava per ricoverarsi per curare il suo disturbo. Il padre Stefano ha fondato l’associazione Mi nutro di vita, attiva perché, come si legge sul sito ufficiale, “non può, non deve capitare ad altri”.
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