Covid-19: studio italiano rivela la presenza dei sintomi anche sulla pelle

Non ci sono soltanto i problemi respiratori tra i sintomi del Covid-19, ma anche i segni sulla pelle. Lo rivela uno studio italiano condotto con il supporto della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). Sono sei i campanelli d’allarme sulla pelle che potrebbero rivelare la presenza dell’infezione da coronavirus.

Basilicata e Molise zona rossa

Il Journal of the American Academy of Dermatolog rivela l’indagine condotta su duecento casi

Come riportato dal Corriere della Sera, l’indagine è stata pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatolog ed ha coinvolto duecento casi di Covid in Italia. E’ emerso che i segni spia sulla pelle sono le lesioni eritematose o simili al morbillo (presenti nel 27 per cento dei casi), geloni (25 per cento), manifestazioni simili alla varicella (16 per cento), orticaria (13 per cento), vasculite (11 per cento) ed ecchimosi (3 per cento). La durata media delle lesioni cutanee è stata di 12 giorni, per i geloni si è arrivati a 22, ha spiegato al quotidiano di Via Solferino Angelo Valerio Marzano direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Milano.

Orticaria, geloni e sfoghi cutanei sono i sei campanelli d’allarme visibili sulla pelle

Sei problemi cutanei possono essere una prima spia dell’infezione e suggeriscono l’opportunità di sottoporsi a un tampone; non c’è invece correlazione fra la gravità dei disturbi dermatologici e la severità di Covid-19.

Segni da riconoscere

«I geloni sono risultati il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati a una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri segni cutanei erano collegati a una forma più o meno severa. Due studi internazionali precedenti hanno dato per assodato che le lesioni della pelle più gravi fossero correlate a una forma più grave di Covid-19, stabilendo quindi una proporzione diretta tra sintomi cutanei aggressivi e severità dell’infezione: stando ai nostri dati invece non c’è alcuna correlazione diretta tra la gravità della manifestazione cutanea e quella della malattia da Sars-CoV-2. Invece è confermato il nesso tra aumento dell’età e aumento della severità della malattia». Secondo i dermatologi SIDeMAST è perciò opportuno fare attenzione alla pelle e sottoporsi a un tampone, se compaiono all’improvviso un eritema molto esteso o un’apparente orticaria, un livido per cui non c’è motivo, geloni, vasculite. «La nostra pelle potrebbe metterci in guardia e avvisarci preventivamente su quello che accade nell’organismo, dando la possibilità di muoverci in anticipo e aiutando nella diagnosi precoce della malattia, che può anche contribuire a evitare possibili ulteriori contagi», conclude Ketty Peris, presidente SIDeMAST.

 

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Long-Covid: cosa è e perché il vaccino potrebbe essere la soluzione

 

 

Gestione cookie