Draghi in conferenza: “Chissà perché tutte queste parole inglesi…”

Durante il suo intervento al centro vaccinale anti-Covid dell’aeroporto di Fiumicino, il presidente del Consiglio parla di smartworking e babysitting e fa una considerazione estemporanea sull’utilizzo dilagante delle parole inglesi.

“Per chi svolge attività che non consentono lo smart working, sarà riconosciuto l’accesso ai congedi parentali straordinari o al contributo baby-sitting… Chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi”. Così Mario Draghi si concede una battuta sugli anglismi che popolano ormai la lingua italiana.

Un’interruzione spontanea di pochi secondi da parte di Mario Draghi, lontana da ciò che ha sempre mostrato di sé e dal suo fare compito e istituzionale. Per questo suo atteggiamento è stato da molti partiti criticato. Dal Pd, adesso senza segretario, al M5S, non capiscono l’assenza di annunci, anche Lega ma anche Forza Italia, con la sua leader che continua l’aspra opposizione. Queste le parole di Giorgia Meloni sul governo Draghi, che afferma essere “continuità con la strategia fallimentare adottata dall’inizio dell’emergenza Covid.”

Viene infatti subito facile il paragone con Conte il quale, dal primo momento il cui la situazione è diventata critica ha tranquillizzato la popolazione tramite conferenze stampa o in diretta streaming con la possibilità ai giornalisti di svariate testate di porre delle questioni in merito alla situazione.

La visita a Fiumicino coincide con il nuovo decreto firmato oggi dal Consiglio dei ministri  sulle misure restrittive per l’Italia valide dal 15 marzo al 6 aprile, Pasqua inclusa. Mario Draghi ha affrontato la questione epidemica a tutto tondo, soffermandosi anche sul problema della scuola che, alle attuali condizioni, non può riaprire. Questo costringe gli studenti di ogni ordine e grado a studiare in didattica a distanza.

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L’Accademia della Crusca ringrazia Draghi per l’attenzione al problema

“Da Draghi arriva un segnale interessante di attenzione al problema dell’eccessivo uso delle parole inglesi nell’italiano, spesso adoperate a sproposito” – aggiunge Claudio Marazzini linguista dell’Accademia – “Anche a causa della pandemia da Covid ha preso piede in Italia una fiera di parole inglesi senza precedenti, a partire da lockdown per proseguire con smart working, quando ad esempio si può usare l’italiano e comprensibile lavoro agile“, conclude Marazzini.

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