Non tutti sanno che il film “Veloce come il vento” è liberamente tratto da una storia vera, quella del pilota di rally Carlo Capone.
“Veloce come il vento” è un film del 2016 diretto da Matteo Rovere con la partecipazione di Stefano Accorsi e Matilda De Angelis. La pellicola è liberamente ispirata alle vicende personali del pilota di rally Carlo Capone. Dietro la sua trama c’è dunque una verità. La protagonista è Giulia, una giovane pilota colpita dal lutto della morte del padre e rimasta sola con il fratellino. Suo fratello maggiore Loris, tossicodipendente e depresso, ma un tempo pilota di talento, dopo dieci anni decide di tornare a vivere con lei e di assisterla dai box durante le gare.
L’ex pilota decide di aiutarla dopo aver scoperto che Giulia, in caso di sconfitta, perderà la casa ipotecata per i debiti del padre. Il suo aiuto, nonostante la tossicodipendenza, si rivela fondamentale per la crescita della ragazza, che piano piano riesce a scalare la classifica. Giulia, nonostante il desiderio di cancellare i debiti, rifiuta poi la proposta di partecipare alla “Italian Race”, una corsa clandestina e pericolosa ma dal ricco premio, per concentrarsi sul campionato.
Un’aggressione le toglie però la possibilità di partecipare all’ultima gara della competizione, portandola a perdere la casa. Così Loris, disperato, accetta di partecipare alla “Italian Race” al suo posto con una Peugeot 205 Turbo 16, andando a vincere ma facendo un incidente poco dopo l’arrivo al traguardo. Il film racconta la risoluzione dei conflitti familiari attraverso la passione del rally.
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Carlo Capone è un ex pilota di rally italiano. Nato a Torino nel 1957, ha raggiunto l’apice della carriera negli anni Ottanta grazie alle sue incredibili capacità velocistiche in pista, accompagnate però da un carattere complicato. Capone esordì nel 1975 vincendo la gara nazionale di Coppa Italia con la sua A112 Abarth. Successivamente a bordo della stessa vettura partecipa a diverse altre gare, fino a debuttare nel Trofeo A112 del rally Trabucchi di Saluzzo, classificandosi al primo posto con un largo vantaggio di tempo sul secondo.
Nel 1978 partecipa nuovamente al torneo, ma dalla sua scuderia gli viene ordinato di cedere il primo posto al compagno di squadra Fabrizio Tabaton, piazzandosi così in seconda posizione. Per il pilota la decisione è difficile da accettare, vista la sua grande competitività e il forte temperamento, così successivamente decide di passare alla Ritmo, vincendo diversi titoli. Poi nel 1983 il grande salto: Carlo Capone debutta con la Lancia Rally, con cui vince a Biella rimanendo in testa alle classifiche per metà del campionato internazionale.
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L’ingresso in squadra del promettente Henri Toivonen diventa però un ostacolo per il pilota torinese, che vuole puntare al Mondiale. Il rapporto con la Lancia inizia così a compromettersi e, dopo la vittoria dell’Europeo del 1984 e una forte polemica con la scuderia, Capone viene messo all’angolo. In quello stesso periodo, oltre ai problemi professionali, il pilota deve far fronte anche alla separazione dalla moglie e alla prematura morte della figlia di pochi mesi, che lo portano alla depressione e al conseguente ricovero in una casa di cura.
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