Giacomino nel celebre film Tre Uomini e Una Gamba, usava la maglia di Ciriaco Sforza come pigiama, il calciatore dopo aver avuto un flop all’Inter attualmente allena il Basilea.
Alcuni conoscono Ciriaco Sforza solo per il film “Tre Uomini e Una Gamba”, di Aldo Giovanni e Giacomo. In Italia, Ciriaco Sforza è noto al grande pubblico proprio per la scena di “Tre Uomini e Una Gamba”.
Quella dove Giacomino si trova in ospedale, e dopo una intossicazione di cozze che gli ha portato una colica renale, è costretto a passare la notte in ospedale. L’amico Aldo gli presta il suo pigiama per dormire in ospedale, nella scena dopo si vede Giacomino passeggiare per i corridoi in pantaloncini e maglia dell’Inter.
La ripresa passa sul numero impresso sulla maglia, il numero 21 con su scritto Ciriaco Sforza. Giovanni richiamerà Aldo dicendogli: “Ti sembra il caso di dormire con la maglietta di Sforza?”, Aldo risponde seccamente: “E quella di Ronaldo era finita…”.
Da questo momento in poi il calciatore verrà associato al film dei trio comico, la sua storia viaggia in concomitanza con quella di Ronaldo. Infatti il paragone fra i due fu subito associato per via del Fenomeno Ronaldo e del flop voluto dal club di Moratti, il quale durante gli anni stava rivoluzionando la squadra inserendo calciatori dalle qualità discrete e anonime.
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Non tutti sanno che Ciriaco non ha mai giocato con Ronaldo, in arte Luìs Nazario de Lima, lo svizzero ha giocato in Serie A solo per una stagione, quella dal 1996 al 1997, Ronaldo arriverà all’Inter proprio quando Sforza lascerà l’Italia.
Il suo ruolo era il regista di centrocampo, ha collezionato 40 presenze in Serie A, Coppa Italia e Coppa UEFA, mettendo a segno quattro goal. L’allenatore Roy Hodgson ha voluto il ragazzo svizzero a tutti i costi, da alcuni anni era diventato il suo pupillo. Riuscì a convincere Moratti, prelevandolo dal Bayern Monaco, dove aveva avuto prestazioni deludenti.
Nel suo ruolo c’era Paul Ince, molto stimato da Massimo Moratti, la prima giornata di campionato per Sforza cominciò con un goal di mancino da posizione decentrata contro l’Udinese.
Durante la sua carriera metterà a segno solo 4 goal, per poi lasciare l’Inter nell’estate del 1997, ritornerà in Germania dove giocherà nel Kaiserslautern per poi riuscire a vincere una Bundesliga militando tra le fila della Zweite Liga.
Tornerà nuovamente al Bayern Monaco, dove la sua carriera volgerà a termine dopo aver deluso nuovamente le aspettative. Rimanendo in panchina, riuscirà a vincere l’edizione 2000-2001 della Champions League, con la finale a San Siro proprio nello stadio dell’Inter.
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Sforza termina la sua carriera nel 2006, dopo aver giocato per il Klaiserslautern, il tutto fu a causa di un litigio con Karl-Heinz Rummenigge, vice presidente del club.
Il calciatore ha dichiarato tempo fa in un’intervista a “Blick” nel 2016 che una volta Karl-Heinz diede la mano a tutti nello spogliatoio, ma lui fu l’unico che non guardò in faccia, passò subito al calciatore successivo.
Sforza gli disse che durante quelle situazioni, bisognava guardare negli occhi le persone, dicendo che lui era stato molto educato nel farlo. Subito dopo il vice presidente reagì in maniera scontrosa, definendolo uno stivale puzzolente.
Questo mise in risalto il disagio dovuto al fatto che il calciatore lo avesse ripreso dinanzi a tutti. Da quel giorno in poi la vita calcistica di Ciriaco fu danneggiata drasticamente.
Dopo questo episodio, Sforza appenderà gli scarpini al chiodo per poi diventare allenatore. Nella sua carriera ci sono due anni al Lucerna, tre al Grasshoppers, Thun, Wil e attualmente è al Basilea cercando di sfruttare l’occasione vincente.
Durante la sua carriera Ciriaco ha dovuto affrontare un depressione che lo colpì mentre stava allenando i Grasshoppers, le sue dichiarazioni hanno cambiato il modo di vedere le cose per alcuni suoi fan.
Il calciatore ha dichiarato che la malattia era un segnale che doveva cambiare vita al più presto, durante il suo primo anno ai Grasshoppers arrivò terzo in campionato.
Purtroppo la società doveva vendere per riuscire a risanare i debiti accumulati, in non c’era un reale progetto, ma Ciriaco decise di restare. Questo fu un grave errore, infatti non riusciva più a dormire per paura del fallimento, della vita, del fatto che avrebbe potuto avere un attacco cardiaco.
Si rivolse ad uno psicologo, ne parlò all’infinito, ma non ha mai fatto uso di antidepressivi, alla fine è riuscito a farcela senza aver usato alcun farmaco. Oggi è un uomo forte e soprattutto saggio.
Infine ecco le sue parole circa la citazione nel film di Aldo Giovanni e Giacomo: “Se le persone si ricordano di questo film, si ricorderanno anche di me, posso prenderlo come un complimento, è una cosa positiva”.
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