Roberto Speranza dichiara che “il vaccino AstraZeneca è utilizzabile anche per gli over 65”. Si apre quindi la possibilità di far vaccinare altre generazioni con il vaccino anglo-svedese.
Il Ministro della Salute continua “domani o massimo dopodomani, ci sarà una circolare del ministero della Salute che andrà in questa direzione. Non c’è dubbio, questo ci aiuta: un pieno utilizzo ci consentirà di procedere in maniera specifica e soprattutto di prenderci cura delle persone più fragili”. “Avevamo un vaccino utilizzabile solo sotto i 65 anni, abbiamo dovuto darlo solo ad alcune categorie: siamo partiti dal personale delle scuole, dalle forze dell’ordine e da alcuni servizi pubblici fondamentali. Senza la limitazione legata all’età, riprenderemo a ‘coprire’ le generazioni che rischiano di pagare un prezzo più alto se incontrano il virus”, conclude Speranza.
“Noi dobbiamo vaccinare in primis le persone più fragili e deboli. In Italia siamo partiti dalle persone di più di 80 anni perché nei decessi di questo anno orribile per Covid, 6 su 10 avevano più di 80 anni”, ha spiegato. “Prima avevamo 3 vaccini, di cui solo 2 (Pfizer e Moderna) utilizzabili per tutte le generazioni e Astrazeneca per la popolazione sotto i 65. Senza più limitazioni di età per Astrazeneca copriremo più facilmente le fasce d’età”, ha aggiunto.
Il ministro della Salute ha anche aperto alla possibilità di autorizzare il vaccino russo Sputnik: “Sono aperto al vaccino russo Sputnik purché le verifiche ed i controlli delle agenzie preposte abbiano buon fine; quando avverrà questo per il vaccino russo noi siamo pronti a collaborare con le autorità russe per rafforzare la produzione”. L’obiettivo, ha detto Speranza, “è vaccinare il più possibile“.
L’Agenzia Italiana del Farmaco, l’ente di controllo preposto a validare le somministrazioni di farmaci e vaccini, dopo l’iniziale indicazione di somministrare le dosi AstraZeneca a individui non oltre i 65 anni, da qualche giorno ha dato il via libere anche oltre questa soglia di età. Fermandosi però a 65 anni.
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Le autorità austriache hanno sospeso le somministrazioni del vaccino anti Covid-19 di un lotto AstraZeneca in via precauzionale, mentre si indaga sul decesso di un’infermiera di 49 anni e sulle complicazioni insorte in un’altra infermiera di 35 anni. Entrambe lavoravano in una clinica di Zwetti, nella Bassa Austria, ed erano state vaccinate con il vaccino AstraZeneca dell’azienda anglo-svedese, secondo quanto riportano l’emittente ORF e l’agenzia Apa. “Al momento non ci sono prove di una relazione con le vaccinazioni”, ha comunicato il Basg, l’autorità sanitaria federale austriaca.
L’infermiera 49enne è morta per gravi disturbi della coagulazione, dieci giorni dopo essere stata vaccinata con il vaccino Astra Zeneca proveniente dal lotto ABV 5300. Mentre l’infermiera 35enne ha invece sviluppato un’embolia polmonare, ma sarebbe ora in via di guarigione. In Austria, comunque, le somministrazioni del vaccino AstraZeneca proveniente da altri lotti proseguono.
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