Papa Francesco a Baghdad: prima volta storica in Iraq per un pontefice. Ecco tutti i dettagli del viaggio
Papa Francesco è partito questa mattina alle ore 7.45 dall’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma con destinazione Baghdad. Durante i quattro giorni di soggiorno in Iraq, il pontefice pronuncerà sette discorsi. Si sposterà tra Baghdad, Najaf, Nassiriya, Ur, Mosul, Erbil, Qaraqosh, incontrerà i fedeli cattolici e le autorità politiche di un paese martoriato dalla guerra e lacerato da conflitti. Avrà un confrotno con il leader spirituale degli sciiti iracheni al-Sistani, proverà la grande emozione di trovarsi ai piedi della piramide a gradoni di Ur, nel luogo simbolo da cui la tradizione fa partire Abramo diretto verso la Terra Promessa. ll suo rientro in Italia è programmato per il giorno 8 marzo all’aeroporto di Ciampino.
Papa Francesco ha lasciato un telegramma al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Iraq pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è gradito rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici di serenità e prosperità per il caro popolo italiano”.
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Papa Francesco Iraq, ecco il motivo del viaggio
Prima di partire il Pontefice ha voluto mandare un videomessaggio al popolo iracheno. Papa Francesco ha voluto rimarcare che si tratta di un viaggio all’insegna della pace e della speranza ma anche di un viaggio politico. Le sue parole nel video: “Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà. Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo – così Papa Francesco -, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”.
Il Pontefice ha continuato: “In questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace”.
Domani mi recherò in #Iraq per un pellegrinaggio di tre giorni. Da tempo desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto. Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo viaggio apostolico, perché possa svolgersi nel migliore dei modi e portare i frutti sperati.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) March 4, 2021
Papa Francesco Iraq, il pontefice deve fare i conti anche con la pandemia
Considerato il momento che tutto il mondo sta vivendo anche il soggiorno del Pontefice sarà condizionato dal Covid. In Iraq la situazione non è diversa da quella europea, per questa ragione gli eventi in cui sarà impegnato il Papa saranno gestiti nei migliori dei modi. Il 7 marzo, Papa Francesco, celebrerà la messa all’interno dello Stadio di Erbil, in Kurdistan, dove sono previste circa 10.000 persone ( lo stadio dispone di circa 30.000 posti).
Proprio in relazione alla messa del 7 marzo l’arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Matti Warda, ha dichiarato: “Sarà un grandissimo evento per il quale ci stiamo preparando al meglio. Al momento stiamo curando la liturgia in stretta sinergia con mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. La messa sarà in rito latino e in diverse lingue, arabo, curdo, inglese e, particolare significativo anche in aramaico. La liturgia – aggiunge l’arcivescovo – sarà animata da 120 orchestrali, di questi una ventina sono musulmani. È un segno evidente di coesistenza e dialogo. I canti saranno in aramaico e arabo. Il Padre Nostro sarà recitato in aramaico”.
Il Governo iracheno: “Visita storica”
Il Governo iracheno ha descritto l’arrivo del Papa come “Visita Storica” e che il soggiorno del pontefice contribuirà a rafforzare la tolleranza e la pace a livello globale. “Il viaggio di Papa Francesco in Mesopotamia sarà un messaggio di pace per gli iracheni di tutte le religioni e contribuirà ad affermare i nostri valori comuni di giustizia e dignità” così il presidente della Repubblica Barham Salih.