La conferenza commerciale tra Iran e Siria

Ieri sera a Teheran si è svolta una conferenza commerciale sulla cooperazione internazionale tra Iran e Siria, alle presenza di alti funzionari di entrambi i Paesi. Ma continuano le orribili violazioni dei diritti umani in entrambi i Paesi.

IDLIB, SYRIA – FEBRUARY 22: Displaced Syrians walk past their makeshift tents build near olive trees near the village of Atmeh on February 22, 2020 in Idlib, Syria. Turkey’s President Recep Tayyip Erdogan in a speech Tuesday threatened, “imminent operations in Syria’s Idlib if Damascus fails to withdraw behind Turkish positions” The threat comes after Syria’s government and its ally Russia rejected demands to pull back to ceasefire lines agreed upon in the 2018 Sochi accord. More than 900,000 civilians have been displaced by fighting in or around Idlib since December 1. Idlib is the last rebel stronghold of fighters trying to overthrow Syrian President Bashar al-Assad and in the past years has become the last safe haven for civilians displaced by fighting in other areas of Syria, its population has doubled to close to three million people, many of whom are now fleeing the government offensive towards overcrowded camps close to the Turkish border amid freezing conditions, creating a humanitarian disaster. (Photo by Burak Kara/Getty Images)

La conferenza commerciale è stata presidiata dal vicedirettore dell’organizzazione industriale, mineraria e commerciale di Teheran Houshang Rezaei Samarin, dal il direttore generale del ministero del Lavoro, delle cooperative e della previdenza sociale per gli affari interni Ali-Hossein Shahrivar, addetto commerciale siriano a Teheran Ahmad Khamis, e Hamid Hosseini, membro del consiglio di amministrazione della Camera di commercio.

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Ali-Hossein Shahrivar ha affermato, all’interno della conferenza che “fino a quando ci saranno restrizioni alle relazioni commerciali tra Iran e Siria, non sarà possibile investire e attuare grandi progetti […] Dopo aver risolto i problemi di base, in particolare nei settori della logistica e delle banche, gli standard internazionali dovrebbero essere presi in considerazione per lo sviluppo delle esportazioni e delle relazioni commerciali tra le due parti”. I due Paesi hanno discusso per l’abbattimento delle barriere per gli scambi, dall’una e dall’altra parte. L’amministratore delegato di MPSIran Sina Sanjari, ha dichiarato: “La Siria sta attraversando un periodo di stabilità e questo ha presentato molte opportunità nei settori della ricostruzione delle infrastrutture e dello sviluppo commerciale per le aziende iraniane, quindi la conferenza sul commercio e la cooperazione economica Iran-Siria si è tenuta per fare un passo verso lo sviluppo di una maggiore cooperazione economica tra i due paesi”. 

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Le continue violazioni dei diritti umani di Iran e Siria

Stabile ad oggi per entrambe le parti è un aggettivo che non si confà certamente ai due Paesi, visto che le violazioni dei diritti umani continuano a susseguirsi senza alcun riguardo, sotto gli occhi dei due leader, soprattutto nei confronti dei manifestanti. Amnesty international ha in tal senso accertato numerose violazioni mai interrotte e perseguite in modo costante. Basti pensare che Freedom House classifica l’Iran, (dove vengono spesso eseguite condanne a morte sugli attivisti) come Paese “not free” con un punteggio di 17 su 100 e la Siria, comunque “not free” con un punteggio di 0 su 100, dove i diritti civili vengono continuamente calpestati, così come quelli politici, vedasi il caso dei bambini detenuti nel campo di al-Hol, spesso feriti e in condizioni disumane.

Per ultimo l’appello dell’Unicef: “Chiediamo a tutte le parti in conflitto in Siria di permettere l’accesso umanitario senza ostacoli per fornire assistenza e cure ai bambini e alle famiglie, compresi coloro in luoghi di detenzione”.

 

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