L’Unione europea ha raddoppiato i fondi a favore del piano Covax per il rifornimento dei vaccini verso i Paesi poveri. L’obiettivo è la distribuzione equa del vaccino anche nei Paesi economicamente più deboli.
Il piano Covax è promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’apporto della Commissione Europea e dall’Unicef, l’obiettivo è quello di rifornire, sul piano dei vaccini, anche i Paesi più deboli, a finanziarlo le Nazioni Unite. Poco più di una settimana fa il programma, che fa parte del globale Access to Covid-19 Tools Accelerator (Act), aveva permesso al Ghana di ricevere 600mila dosi del vaccino AstraZeneca. Ieri sono iniziate le prime campagne di vaccinazioni in Ghana e Costa d’Avorio contro il Covid-19 in Africa con dosi Covax, una passo netto in avanti che vedrà un’accelerazione nei prossimi giorni. Il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo ha dichiarato, con un tono di positività che “Il COVID-19 ha cambiato il mondo. È costato vite umane, ha colpito i sistemi sanitari e ha danneggiato i mezzi di sussistenza. Ma, attraverso queste sfide, abbiamo visto il meglio dell’umanità espresso attraverso una forte cooperazione multilaterale. Il Ghana accoglie l’arrivo delle prime dosi di vaccini contro il COVID-19 attraverso il COVAX AMC come un percorso per porre fine alla fase acuta della pandemia. Per massimizzare il beneficio del vaccino per la salute pubblica, le prime dosi saranno destinate in via prioritaria agli operatori sanitari e a quelli essenziali, e ad altri gruppi a rischio. Questa importante pietra miliare permetterà al Ghana di tornare al lavoro, e di ricostruire la nostra economia ancora più forte di prima”.
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Il programma si prefissa un obiettivo primario, quello di far pervenire almeno 2 miliardi di dosi di vaccini entro la fine del 2021 a 92 paesi a basso e medio-basso reddito. Un programma ampio che secondo alcuni però parte in ritardo e con fondi risicati. La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), la GAVI (l’Alleanza mondiale per i vaccini), hanno dichiarato, insieme all’Oms che il primo ciclo di vaccini assegnato consentirà le dosi ad una media del 3,3% della popolazione totale di oltre 140 Paesi. Nel programma rientrano anche i Paesi più poveri dell’America latina.
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Molti esperti considerano la questione dell’equità, nei vaccini, un punto fondamentale per l’appiattimento e la lotta contro la pandemia: una popolazione globale vaccinata non consentirebbe al virus di continuare a viaggiare e attenuerebbe di molto l’incidenza sulle popolazioni, soprattutto quelle dei Paesi a basso reddito, costrette a fare i conti con l’insufficienza di strumenti per la lotta al Covid–19 (vedasi la questione ossigeno nei Paesi poveri).
L’obiettivo di rifornire i Paesi in queste fasce è stato ribadito anche dal direttore generale dell’OMS che ha affermato come “Questo è il giorno che molti di noi hanno sognato e per cui hanno lavorato per più di 12 mesi […] È gratificante vedere il frutto di quel lavoro. Ma il successo deve ancora arrivare. Questo è solo l’inizio di ciò che COVAX è stato creato per raggiungere. Abbiamo ancora molto da fare per realizzare il nostro obiettivo di iniziare la vaccinazione in tutti i paesi entro i primi 100 giorni dell’anno. Mancano solo 40 giorni”.
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