Riforma dello sport, abolizione del vincolo e novità anche per le donne. Le federazioni sono però contrarie
Con l’approvazione dei cinque decreti legislativi proposti in autunno da Vincenzo Spadafora (ministro dello Sport nel secondo governo di Giuseppe Conte), il Consiglio dei Ministri approva la riforma nell’ambito sportivo.
Tra le novità più importanti c’è l’abolizione del vincolo sportivo e la nascita del lavoratore sportivo con tanto di contributi previdenziali. Nel primo caso la riforma non partirà subito ma tra cinque anni. Il vincolo è ciò che lega un atleta è una società sportiva per la quale solo per conto di essa può svolgere l’attività.
Dal luglio 2022 invece per chi lavora in tale ambito e supera la cosiddetta area no-tax di 10mila euro annui, sarà regolarizzato con il versamento dei contributi. Una riforma importante che arriva anche nel momento giusto, utile forse anche a stemperare le polemiche.
L’esecutivo Draghi era infatti stato preso di mira perché nella squadra di governo non c’è un ministro dello Sport e neanche un Sottosegretario. Quando qualche giorno sono stati resi pubblici i nomi, si è precisato che la questione dell’affidamento della delega allo sport è rimandata.
Tra le altre novità importanti ci sono il professionismo delle donne e la possibilità per gli atleti paraolimpici di entrare a far parte dei Gruppi Sportivi Militari. C’è soddisfazione dell’ex ministro Spadafora che ha commentato positivamente il risultato in una diretta su Facebook nella quale ha ringraziato il presidente Mario Draghi.
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Riforma dello sport, c’è il no delle istituzioni
Una riforma dello sport, però, che non piace alle istituzioni sportive. Ieri la Federazione Italiana Giuoco Calcio, Federbasket e Federvolley avevano scritto al governo chiedendo di rinviare la riforma per chiedere il rinvio della riforma.
Giovanni Petrucci, il numero uno del basket e ex presidente del Coni, ha detto che lo sport oltre a dover affrontare i problemi della pandemia deve fare i conti con “leggi che non fanno altro che mettere ulteriormente in ginocchio un sistema sport al collasso”.
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Le critiche principali sono il vincolo sportivo e la figura del lavoratore sportivo che andrebbero a pesare economicamente ancora di più su federazioni e società che a causa delle restrizioni hanno visto dimagrire molte le proprie casse.