Il Ministero della transizione ecologica (Mite) inizia a prendere vita ma soprattutto forma. Sappiamo che il dicastero è stato affidato a Roberto Cingolani: alcune bozze ipotizzano le deroghe del Ministero pronto a svolgere le sue funzioni nelle prossime settimane.
Inizia a delinearsi il Ministero della transizione ecologica e le materie di competenza che saranno probabilmente al centro dell’agenda politica del nuovo governo Draghi. Il Consiglio dei ministri, dovrebbe decidere le “deroghe” dei ministeri nella giornata di oggi ma la bozza ha già
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Secondo alcune agenzie di stampa al nuovo Ministero saranno attribuite le funzioni in materia di politica energetica, quindi tutto quello che concerne: energie rinnovabili, mobilità sostenibile, piani per l’idrogeno, il “nucleare”, la decarbonizzazione e la ricerca sulle nuove tecnologie. Resterebbe però sotto il Ministero dello Sviluppo economico del Ministro Cingolani la gestione in materia di concorrenza e mercato e quella della sicurezza fisica per le forniture di energia e la tutela del rischio di deindustrializzazione e delocalizzazione e di tutto il comparto normativo ad essi collegato. La relazione illustrativa conferma questa ipotesi “si ritiene ottimale trasferire al Mite tutte le competenze del Mise su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica, ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore, decommissioning nucleare, transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi”.
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Entra nel vivo quindi l’attribuzione delle materie di competenza per il Ministero della transizione ecologica e per questo basterà attendere il decreto che sposterà le competenze dal Mise al Mite. Il 37% dei fondi del Recovery Plan sarà affidato al Ministero della transizione ecologica che dovrà avere quindi una solida struttura per evitare di inciampare in futuro nella burocrazia. Come da bozza dovrebbero essere 15 i posti dirigenziali trasferiti al Mite.
Rimane ancora in bilico la questione sulle telecomunicazioni e il 5G che dovrebbe restare sotto la gestione del Ministero dello sviluppo economico, salvo cambi di programma.
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