Le auto elettriche fanno parte di quel circuito di economia green che sta, in modo crescente, accendendo il dibattito politico e quello pubblico. Le case automobilistiche stanno sempre di più investendo sull’elettrico ma la ricarica rimane comunque un nodo da sciogliere e le città sembrano essere indietro dal punto di vista strutturale.
In Europa cresce in modo costante la produzione di auto elettriche, soprattutto il alcuni Paesi del nord ma le colonnine pubbliche per la ricarica sono insufficienti in proporzione alla crescita del mercato: si stima che la rete di ricarica sia cresciuta solo del 58% a fronte della crescita delle auto elettriche pari al 110%, un netto gap nel rapporto che indica una nuova strada da seguire. Investimenti e installazione di colonnine pubbliche per la ricarica dei veicoli elettrici.
A sollevare il problema è l’Acea che lancia un appello alla Commissione Europe, affinché fissi degli obiettivi in modo vincolante per arrivare a un milione di colonnine pubbliche entro il 2024 e a 3 milioni entro il 2029. L’appello è stato lanciato insieme alla lobby dei consumatori Beuc e alla società Transport&Environment “Bruxelles deve agire rapidamente e fissare gli obiettivi vincolanti per il lancio delle infrastrutture negli Stati membri” ha affermato il presidente di Acea Oliver Zipse.
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“Non volgiamo che la mancanza di infrastrutture di ricarica e rifornimenti di carburante diventi un collo di bottiglia per la mobilità elettrica […] Un crescente numero di veicoli elettrici aumenterà la domanda di infrastrutture tanto che per ogni punto percentuale di restrizione degli obiettivi di riduzione di Co2 dalle flotte occorrono almeno altri 200 mila punti di ricarica pubblica, oltre i 3 milioni già necessari al 2030. ” – sembra fisiologico il fatto che chi sarà impossibilitato a ricaricare la propria auto non effettuerà l’acquisto a priori, un argomento che preoccupa Zipse.
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Per raggiungere i cosiddetti obiettivi del Green deal, meno il 55% di emissioni entro il 2030, bisognerà agire con uno sforzo in più. Un fatto per nulla scontato, vista la mole di interventi e misure necessarie affinché la riduzione di Co2 si abbassi. Sarà necessario quindi agevolare l’acquisto di auto elettriche e la stessa produzione. Da questo punto di vista sembra che l’Ue sia già avviata: nel 2020 le auto messe in circolazione sono state più di 745 mila e più di 600 mila ibride plug-in, non un numero altissimo che però, considerando i dati dl 2019 diventa importante. Lo sforzo collettivo in tutta Europa deve essere imminente. In Italia nel 2020 si stimavano meno di 20mila punti di ricarica, numeri troppo bassi per una transizione di questa portata; il 37% dei fondi del recovery plan per la transizione ecologica potrebbero partecipare in grande scala alla conversione anche strutturale.
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