Nell’aeroporto di Ciampino atterreranno le salme dell’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in un attentato in Congo nella mattinata di lunedì 22 febbraio.
L’aereo di Stato con a bordo i due feretri è atterrato attorno alle 23.25 all’aeroporto militare di Ciampino a Roma. Ad attenderli, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Un gruppo interforze composto non solo da carabinieri ha allestito un picchetto d’onore per il diplomatico e il militare uccisi. Assente invece il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a causa di un lieve malessere, un disturbo vestibolare: è quanto comunica l’ufficio stampa del Quirinale.
L’aereo dell’Aviazione militare italiana con a bordo le spoglie era decollato alle 16.20 da Goma, capitale del Nord Kivu.
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Congo: com’è avvenuta la vicenda?
Secondo un comunicato della presidenza congolese sono stati i rapitori a uccidere l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, sparando loro a bruciapelo. Erano armati con cinque fucili automatici kalashnikov e un machete. L’agonia dell’ambasciatore italiano, colpito all’addome, è durata un’ora, precisa il comunicato. Ma le FDLR (“Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda”) negano responsabilità.
Le indagini
Mercoledì sono previste le autopsie al Policlinico Agostino Gemelli. La Farnesina ha chiesto e ottenuto di effettuare in Italia l’esame autoptico, disposto dalla Procura di Roma per chiarire l’accaduto. Mentre il ministero degli Esteri ha chiesto un report dettagliato al World Food Programme (Wfp) e l’inizio di un’inchiesta ONU per chiarire su quali basi quella strada fosse ritenuta sicura.
Mentre i carabinieri del Ros, giunti in Congo su delega della Procura di Roma, acquisiranno i verbali delle testimonianze raccolte dagli inquirenti locali delle persone presenti sul luogo dell’agguato.