Dopo le recenti rivelazioni di Lino Patruno, il mistero sulla morte di Luigi Tenco è tornato alla ribalta: fu davvero un suicidio o il cantante è stato ucciso?
La notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 Luigi Tenco veniva trovato senza vita nella stanza 219 dell’hotel Savoy, poche ore dopo essersi esibito nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo in occasione della 17esima edizione del Festival. Accanto al corpo una pistola calibro 765 e una lettera d’addio con la calligrafia del cantautore, in cui c’era scritto:
“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
A trovare Luigi Tenco riverso a terra nella camera d’albergo fu Dalida, sua presunta fidanzata e nota cantante francese che quella sera aveva cantato sul palco insieme a lui Ciao amore Ciao, brano poi eliminato dalla Giuria del Festival di Sanremo. Il caso ebbe un grande rilievo mediatico e l’inchiesta si chiuse con un esito che non sembrava lasciar spazio a dubbi: il cantautore si era suicidato con un colpo di pistola alla testa. Tuttavia successivamente emersero diverse incongruenze che aprirono all’ipotesi omicidio.
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Quella notte il cantautore avrebbe dovuto cenare insieme a Dalida e altre persone in gara ma, arrabbiato per l’eliminazione di Ciao amore Ciao, tornò nella sua stanza dell’hotel Savoy. Lì fece due telefonate: la prima al capo della sua casa discografica Ennio Melis, senza ricevere risposta; la seconda alla donna che probabilmente amava davvero, Valeria, a cui parlò degli imminenti progetti, come la partenza per il Kenya, e a cui disse di voler convocare una conferenza stampa il giorno dopo per protestare contro la decisione della giuria del Festival di Sanremo.
Tenco le rivelò anche di voler sporgere denuncia per “fatti che vanno ben al di là della manifestazione”: il cantautore avrebbe infatti scoperto una combine di scommesse clandestine e per questo era intenzionato a fare nomi e cognomi. Mezz’ora dopo quella telefonata, Luigi Tenco fu poi trovato morto da Dalida. Ma ad alimentare ulteriori dubbi sull’ipotesi del suicidio sono state anche le indagini, condotte con evidente superficialità.
Per esempio le foto del corpo senza vita del cantautore non lo ritraevano nella posizione del ritrovamento. La Scientifica arrivò infatti sul luogo della tragedia quando Tenco era già in viaggio verso l’obitorio, così fu riportato indietro e riposizionato erroneamente, insieme alla pistola. In seguito i testimoni accorsi dopo le urla di Dalida non fornirono la stessa versione sulla posizione del corpo a terra, di conseguenza la scena del “suicidio” fu impossibile da ricostruire.
Inoltre la perizia balistica sul proiettile finito sulla tempia destra del cantautore non fu eseguita, dando per scontato il fatto che si fosse tolto la vita da solo. Un altro elemento che può lasciar propendere per l’omicidio è quello relativo ai soldi: il cantautore aveva vinto circa 3 milioni di lire alla roulette del Casinò, che però non sono mai stati ritrovati.
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Nel 2006 il corpo di Luigi Tenco fu riesumato per un’autopsia e i riscontri scientifici confermarono l’esito dell’inchiesta, ossia il suicidio. Tuttavia questo non bastò per sciogliere i dubbi e spegnere le ipotesi “complottiste”. Ad alimentare recentemente il giallo è stato Lino Patruno, oggi 85enne, attraverso un’intervista rilasciata in esclusiva al settimanale “Oggi”. Il musicista ha spiegato di aver saputo che un grande studioso del cantautore avrebbe le prove dell’omicidio: “Ha scoperto chi è l’assassino e presto ne renderà pubblico il nome”.
“Secondo me Tenco si era ficcato in un brutto giro – ha aggiunto Patruno – “Per motivi di marketing lo avevano ‘fidanzato’ con Dalida, un brutto e ambiguo personaggio che andava in giro con un tale ancora più brutto e ambiguo di lei, Lucien Morisse, rimasto al suo fianco dopo il divorzio in qualità di agente. Si diceva che fosse addirittura legato al Clan dei marsigliesi”. E in riferimento all’ipotesi del giro di scommesse clandestine, Patruno ha detto che probabilmente a Luigi Tenco “hanno chiuso la bocca prima che potesse fare danni”.
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