Biden cambia volto agli Usa con la riforma sull’immigrazione

Biden ha una certezza, il repentino cambio di rotta rispetto alle politiche attuate dal suo predecessore Trump stanno indirizzando l’agenda politica americana verso una nuova ristrutturazione dei temi sociali principali. Una scelta già prefigurata, quando il neo-presidente degli Stati Uniti aveva dichiarato “la fine della costruzione del muro con il Messico”.

President Joe Biden signs executive orders advancing his priority to modernize our immigration system with Vice President Kamala Harris looking on in the Oval Office, Tuesday, Feb.2, 2021. (Photo by Doug Mills/The New York Times)

Negli Stati Uniti sono presenti più di 11 milioni di persone che non godono di nessuno status legale, immigrati clandestini. L’obiettivo di Biden è quello di attuare un percorso, declinabile per due categorie diverse, affinché questi possano godere della cittadinanza americana. Ma dopo aver annunciato la riforma, adesso il presidente degli Stati Uniti dovrà fare i conti con i repubblicani, pronti a fare muro.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> La mattanza delle balene: un massacro silenzioso

Sono due le categorie che potranno godere della nuova riforma: in primis, attraverso la  green card, 700 mila lavoratori agricoli e persone con uno status di protezione temporanea potranno ambire alla cittadinanza americana in tre anni. Gli altri 11 milioni saranno costretti invece ad attendere 8 anni e affrontare un percorso più complesso. Una linea però, che si mostra più flessibile rispetto alle norme attuate dall’amministrazione Trump.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Jeff Bezos supera Elon Musk: nella corsa all’uomo più ricco del mondo

Biden e la sua strategia

Oltre allo stop per la costruzione del “celebre” muro con il Messico, Biden ha emanato la sospensione del bando contro i paesi musulmani e la fine della separazione delle famiglie dei migranti messicani richiedenti asilo. Ordini esecutivi che certificano la nuova agenda politica degli Usa. Tra il dire e il fare però c’è una vasta questione: i democratici al Congresso (alla Camera) vantano una maggioranza di soli cinque voti, e va considerato che al senato la maggioranza non supera 50 – per approvare la riforma servirebbero altri 10 voti.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Ford Italia: campagna per 25 nuove assunzioni

A questo punto Biden non può che sperare in una sorta di sostegno trasversale. La presentazione del provvedimento è stata diretta dalla voce della deputata Linda Sanchez, nata da genitori messicani in California, e dal senatore Bob Menendez, figlio di di cubani. I due si sono espressi in questo modo: “Siamo qui perché lo scorso novembre 80 milioni di americani hanno votato contro Trump e per tutto quello che ha fatto […] Hanno votato per far tornare il buon senso, la compassione, la competenza al governo e parte di questo mandato è sistemare il nostro sistema migratorio, che è un pilastro dell’odioso horror show di Trump”. 

L’iter per ottenere la cittadinanza

La proposta di legge in questione ha al suo interno un processo di regolarizzazione più breve per quanto riguarda gli immigrati arrivati negli Stati Uniti da minorenni, ma anche per gli agricoltori e per chi è sottoposto a una protezione temporanea. Questi potranno richiedere la cosiddetta green card per poi ricevere, trascorsi i tre anni la cittadinanza. Per gli altri 11 milioni invece l’iter è un po’ più lungo e complesso: per i primi cinque avranno il diritto di lavorare negli Usa e potranno richiedere la green card ma solo dopo altri tre anni potranno ricevere la cittadinanza. In questo spazio temporale dovranno comunque provvedere al pagamento delle tasse e dichiarare la propria presenza nel territorio statunitense dal primo gennaio del 2021. La riforma però non si limita al carattere della regolamentazione, permetterà infatti i ricongiungimenti di coniugi e figli, e un progressivo aumento dei visti lavorativi.

 

 

Gestione cookie