Roberto Baggio oggi compie gli anni: il più amato dagli italiani ma per lui non c’è mai stata una panchina
Oggi il Divin codino che ha fatto sognare generazioni compie 54 anni. Roberto Baggio ancor oggi tra i calciatori più amati e non solo dagli italiani. Le sue gesta in campo da campione sono sempre state accompagnate da uno sguardo spesso malinconico e riflessivo, forse legato soprattutto ai suoi dolori causati dagli innumerevoli infortuni.
Ma chi non vorrebbe Baggio come allenatore? Sarebbe un onore per i calciatori e dovrebbe esserlo anche per le società. Condizionale d’obbligo a questo punto visto che non si è mai seduto da tecnico su una panchina.
Un motivo sul perché, almeno ufficialmente, non c’è, e lo si può solo immaginare. Baggio è sempre sembrato un uomo a parte con il mondo nel calcio che – chiunque abbia visto da vicino anche per poco tempo – può giurare che non è certamente un luogo fatato fatto sempre di onestà.
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Non bisogna tralasciare un aspetto importante. Baggio è allenatore, nel 2011 ha ottenuto il patentino per fare il tecnico in Serie C (all’epoca si chiamava I Divisione) e il Secondo in Serie B e A. Proprio lui però con gli allenatori non ha mai avuto un buon rapporto.
No perché avesse un carattere scontroso, anzi, ma pur se con qualcuno certamente non ha avuto un rapporto amorevole, ha militato sempre in squadre dove la concorrenza per un posto in campo non era poca e poi gli infortuni, il ruolo particolare, non sempre ha giocato.
Sì, il ruolo, perché già quando era in attività il suo essere trequartista piano piano stava già scomparendo. Ebbe però il tempo di vincere due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, una classifica cannoniere in Coppa delle Coppe e un Pallone d’Oro. Niente male per uno che non sempre riusciva a trovare spazio.
Senza mai vincere la classifica cannonieri italiana ha realizzato 207 gol. A fine carriera ritornò giovane quando scelse la più piccola e meno ambiziosa piazza di Brescia dove ebbe come allenatore Carletto Mazzone. Un’ambiente meno esigente, forse fatto più a misura di Baggio, anche perché più vicino al centro dove curava le sue ginocchia e anche alla sua Caldogno, in provincia di Vicenza.
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Il Divin codino ha provato la strada da dirigente; Presidente del Settore Tecnico della Figc ma nel 2013 ecco le dimissioni. “Non mi è stato permesso di lavorare il mio programma di 900 pagine è rimasto lettera morta”.
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